Il 20 giugno, nella cornice simbolica della Colonia Don Bosco di Catania, si è svolto un incontro interreligioso in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Promosso dall’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Catania e sostenuto da realtà come il Centro Astalli, la Comunità di Sant’Egidio, Religioni in Dialogo e Don Bosco 2000, l’evento ha riunito sette tradizioni religiose in un gesto corale di preghiera, testimonianza e impegno concreto. Il titolo scelto – *Insieme per costruire ponti di fratellanza* – ha trovato pieno compimento in una giornata che ha visto credenti di fedi diverse unirsi per riflettere sulla condizione dei rifugiati e sulla necessità di un'umanità più accogliente.


Il momento più toccante è stato forse quello delle testimonianze: la storia di Omar, giovane gambiano fuggito da abusi e traffico di esseri umani, che dopo anni di fatiche è riuscito a ottenere il diploma e la licenza media in Italia; il racconto di Natalia, madre ucraina, arrivata a Catania con i figli nel 2022 dopo essere fuggita dalla guerra; le parole di fra Augusto, della comunità cristiana dello Sri Lanka, che ha invitato tutti a riconoscere e accogliere l’altro con compassione.
Tra le voci religiose, particolarmente significativo è stato l’intervento dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, rappresentato da Mati Venuti, referente per le relazioni esterne in Sicilia. Con parole ispirate alla filosofia dei bodhisattva, ha ricordato come ognuno possa contribuire a una società armoniosa, fondata su empatia, saggezza e compassione. “Siamo tutti parte della stessa rete – ha detto – e possiamo trasformare il mondo in un regno di pace e felicità”.
L'incontro si è concluso con un momento di preghiera comune, canti e riflessioni condivise. In un tempo segnato da diffidenze e conflitti, l’appuntamento del 20 giugno ha voluto essere un seme di pace, lanciato da una città che fa dell’incontro e dell’accoglienza il suo tratto distintivo.