Qual è la visione buddista della morte?

Crescita e amicizia senza confini, ereditando il testimone del maestro Ikeda

Quell’istante che riaccende un sogno

Costruire un io solido per essere felice

Report di attività da alcune regioni in Italia

Il nostro voto condiviso per un mondo libero dalle armi nucleari

Una solidarietà globale per l’abolizione del nucleare

Parto facile di un figlio fortunato

iNRassegna - puntata del 5 settembre 2025

Creare un'onda di cambiamento verso un secolo senza guerre

Ogni sconfitta contiene il seme della vittoria

Affidarsi alla Legge e non alla persona

Daimoku europeo - 7 settembre

Qual è la visione buddista della&nbsp;morte? È una domanda molto profonda che ci arriva spesso in redazione e che ogni persona probabilmente si pone. Nichiren Daishonin ci esorta a «studiare prima di tutto ciò che riguarda il momento della&nbsp;morte&nbsp;e poi tutto il resto» (Cfr.&nbsp;L'importanza del momento della&nbsp;morte, RSND, 2, 714), perché solo affrontando direttamente la questione imprescindibile della&nbsp;morte&nbsp;possiamo costruire una vita veramente felice. Nel corso del tempo abbiamo pubblicato su Il Nuovo Rinascimento e su Buddismo e società diversi approfondimenti sul tema della morte, alla fine di questo articolo ve ne segnaliamo alcuni. 







Nichiren Daishonin afferma: «È da quando ero ragazzo che sto studiando gli insegnamenti del Budda. Allora pensavo: “La vita dell’essere umano è fugace. Non sempre a un respiro ne segue un altro. Nemmeno la rugiada che svanisce al vento è una metafora adeguata. Nessuno, saggio o stolto, vecchio o giovane, sa mai che cosa gli accadrà nell’istante successivo. Così va il mondo! Perciò prima di tutto dovrei studiare ciò che riguarda il momento della morte e poi tutto il resto”» (L'importanza del momento della morte, RSND, 2, 714)



Trovare la risposta alle domande sui misteri di vita e morte è forse la sfida più grande per ogni essere umano. Perché, come afferma il Daishonin, prima si dovrebbe risolvere il mistero della morte, e poi imparare le altre cose. La morte dal punto di vista del Buddismo è una tappa del viaggio eterno della vita. Il Buddismo considera l'alternanza di vita e&nbsp;morte&nbsp;come il ritmo originale intrinseco della Legge mistica. L'universo nella visione buddista è governato da un movimento dinamico ciclico che si ripete costantemente.



 Il presidente Ikeda utilizza la metafora delle onde e dell'oceano. Le onde si innalzano e si inabissano continuamente nell'oceano, ma la massa d'acqua rimane sempre la stessa, mentre sotto la superficie si muovono correnti profonde. Il movimento delle onde può essere paragonato al ciclo di nascita e morte: «L'essenza vitale di un individuo non si estingue con la morte; vita e morte non sono altro che le fluttuazioni della Legge mistica. Le correnti che scorrono nelle profondità dell'oceano emergono in superficie sotto forma di onde, poi si inabissano nuovamente, tornando a essere invisibili. Similmente, un'onda di vita che emerge nella superficie dell'oceano della Legge mistica, nel morire si fonderà nuovamente con quell'oceano e continuerà le sue fluttuazioni invisibili. Quando le condizioni saranno appropriate, quell'essenza vitale apparirà un'altra volta sotto forma di una nuova onda» (BS, 127, 48). 



Per spiegare questo concetto Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, faceva invece ricorso all'immagine della veglia e del sonno. Lo stato di veglia corrisponde all’essere in vita; il sonno, che ci permette di ricaricarci prima del nostro salto verso una nuova giornata, alla morte. Come il sonno è indispensabile per gustare giornate piene di vitalità durante le quali diamo il meglio di noi stessi, la vita ha bisogno della morte per rigenerarsi. Nel Buddismo, questa non dualità di vita e morte non corrisponde soltanto a una visione rassicurante del mondo, destinata a rendere più confortante la nostra condizione umana. Anzi, essa ci conduce ad agire concretamente ora per raggiungere un benessere profondo, che si estende all'eternità.



Ne Il mondo del Gosho Sensei afferma: «In un certo senso tutti i fenomeni dell'universo sono impermanenti; tutte le cose sono in uno stato di flusso continuo. L'intero universo è governato da questo ritmo inesorabile di nascita, durata, cambiamento ed estinzione. Allo stesso modo, nascita, invecchiamento, malattia e&nbsp;morte&nbsp;fanno parte integrante del tessuto della nostra vita. Chi considera scontata la propria vita ha paura della&nbsp;morte, chi considera scontata la propria giovinezza teme l'idea di invecchiare e chi dà per scontata la propria salute è sconvolto quando si ammala. Non si possono evitare le quattro sofferenze dell'esistenza umana. Ma per un Budda - per chi si è risvegliato alla Legge mistica e percepisce l'eternità della vita - nascita, invecchiamento, malattia e&nbsp;morte&nbsp;costituiscono il ritmo fondamentale e sono pervase dalla fragranza delle quattro nobili virtù&nbsp;di eternità, felicità, vero io e purezza. E il Daishonin ci insegna che anche il ciclo di nascita, invecchiamento, malattia e&nbsp;morte&nbsp;delle persone comuni che abbracciano la Legge fondamentale di Nam-myoho-renge-kyo viene permeato dalla fragranza di queste quattro virtù».



 Daisaku Ikeda racconta che il presidente Toda parlava sovente della morte: «Dopo la morte la nostra vita si fonde con l'universo. Non c'è bisogno di ricorrere all'esistenza dell'anima, è la vita, come entità di corpo e mente, che ritorna all'universo. L'universo stesso è una grande entità vivente, un vasto oceano che dà vita a tutte le cose, le alimenta, sostiene le loro attività e, quando muoiono, le accoglie tutte ancora nelle sue braccia così che possano attingere nuova energia. Esiste un grande oceano pieno di vita, in perenne movimento e trasformazione attraverso il ritmico alternarsi di nascita e morte, e in esso le nostre vite sono come onde: la comparsa di un'onda è vita, la sua scomparsa è morte. Questo ritmo si ripete in eterno. E ciò non vale soltanto per la vita degli esseri umani. Nichiren Daishonin scrisse: "Cielo e terra, yin e yang, il sole e la luna, i cinque pianeti, i vari mondi da Inferno a Buddità, non sono esenti dai due fenomeni di nascita e morte". Anche i corpi celesti hanno una durata limitata. Anche la Via Lattea è nata e morirà. È la legge di nascita e morte che lo decreta. Lo stesso vale nel microcosmo, ognuno dei dieci mondi da Inferno a Buddità è soggetto a nascita e morte» (Saggezza, 3, 216).



Nel volume 24 de La nuova rivoluzione umana Sensei racconta un episodio di quando ha incoraggiato sua madre che era vicina alla morte:



«"Così come ci assicura il Daishonin, non c'è da avere paura quando si muore. Siamo in grado di raggiungere uno stato di completa libertà dopo la morte, come un grande uccello che vola in alto e che leggiadro attraversa i cieli". Distesa a letto, Sachi annuì, con gli occhi che risplendevano mentre ascoltava il figlio. Era la prima volta, e sarebbe stata anche l'ultima, che Shin'ichi teneva una lezione di Buddismo a sua madre. Anche se le condizioni di Sachi non erano più critiche, Shin'ichi sentiva che non le restava molto da vivere. Ecco perché aveva voluto cogliere quell'occasione per parlarle della prospettiva buddista di vita e di&nbsp;morte. "Mamma, il Daishonin parla anche di chi resta saldo nella fede e nella pratica: "Finché era in vita egli era un Budda vivente e ora è un Budda defunto. Si è Budda sia nella vita sia nella&nbsp;morte. Questa è la profonda dottrina del conseguimento della Buddità nella forma presente" (RSND, 1, 403). Coloro che lottano instancabilmente per&nbsp;kosen-rufu&nbsp;sono Budda nella vita e sono in grado di vivere le loro giornate piene di gioia, senza venire sconfitti da qualsivoglia difficoltà possano incontrare. E dopo la&nbsp;morte, saranno Budda anche nella&nbsp;morte. Questo è il grande insegnamento del conseguimento della Buddità nella forma presente. La vita è gioia e la&nbsp;morte&nbsp;è gioia. Possiamo sperimentare l'eternità con la gioia più assoluta. Recita Daimoku fino alla fine, facendo risplendere la tua vita come un sole magnifico che permea tutto di riflessi dorati. Le madri Soka, che vivono come emissari del Budda, saranno sempre una sola cosa con il sole della vittoria e della felicità, in tutte e tre le esistenze". Quando Shin'ichi finì di parlare, prese la mano della madre, e lei gliela strinse con forza, come per esprimere la sua determinazione» (NRU, 24, 41).



In definitiva, trascendendo la dualità di vita e morte, e aiutandoci a superare il dolore della separazione, la pratica del Buddismo ci permette di essere felici e di contribuire al benessere degli altri. 



Concludiamo con questo incoraggiamento di Daisaku Ikeda:



 «Se conseguiamo lo stato di Buddità in questa esistenza esso permeerà per sempre le nostre vite. Esistenza dopo esistenza godremo di vite caratterizzate da buona salute, ricchezza, saggezza, circostanze favorevoli e buona fortuna. Dotati di una missione unica, rinasceremo nella forma più adatta per poterla adempiere. Questo stato vitale è eterno; niente può distruggerlo. Poiché questo è il modo in cui poter godere di eterna felicità, non mi stanco di incoraggiarvi a dedicarvi alla pratica buddista consolidando lo stato vitale della Buddità nella vostra vita in questa esistenza. Non è un'opinione personale. È l'insegnamento di Nichiren Daishonin. Perciò è cruciale non deviare dal cammino che conduce alla Buddità ma continuare con pazienza e perseveranza a percorrere il sentiero di&nbsp;kosen-rufu&nbsp;e della pratica buddista» (La saggezza per creare la felicità e la pace, 2, 242).







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<h4 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Alcuni articoli da Il Nuovo Rinascimento e Buddismo e società per approfondire</h4>







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<a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/festival-dellamicizia-milano">L'eternità della vita - leggi l'approfondimento su Il Nuovo Rinascimento </a>
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<a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/affrontare-le-quattro-sofferenze-fondamentali-della-vita">Affrontare le quattro sofferenze fondamentali della vita - leggi su Il Nuovo Rinascimento</a>
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<a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/affrontare-le-quattro-sofferenze-fondamentali-della-vita">Vita e morte - leggi lo speciale su Buddismo e società </a>
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<a href="https://buddismoesocieta.org/a/la-morte-con-lo-sguardo-del-budda">La morte con lo sguardo del Budda - leggi questo articolo su Buddismo e società </a>
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Ho sempre pensato al cuore solo come a un organo che pompa vita, finché grazie alla relazione con Sensei, il cuore è diventato la mia casa. È stato un lungo viaggio arrivarci, perché sono cresciuta senza sogni, non potevo permettermeli, questa era la mia vita prima di conoscere la pratica buddista. Nel 2023 lavoravo come coach per gli artisti in un’accademia olistica, un lavoro che mi piaceva, e che mi dava soddisfazione, in un clima di rispetto e fiducia. Tutto cambiò improvvisamente portandomi a una riduzione del 60% del mio compenso rispetto agli accordi iniziali. Avevo più volte fatto sentire la mia voce, supportata dal Daimoku, ma l’effetto fu l'interruzione del rapporto di lavoro. La mia grande fortuna in quel periodo fu di essere referente per la mia zona dell'attività dei Giovani gigli bianchi. Avevo già fatto una grande esperienza di fede, insieme alle mie meravigliose compagne, costruendo quell'attività dal nulla nella nostra regione e parallelamente avevo ricostruito la mia professione, il tutto in meno di due anni. Perciò sapevo già cosa fare: determinai di vincere grazie al rapporto saldo che avevo costruito con Sensei, e quel marzo rilanciai scrivendogli, riversai dentro la lettera tutta la mia vita e una promessa di vittoria. Così il 31 maggio lasciai l’accademia olistica, e dopo diverse ore di Daimoku decisi che per cambiare la situazione dovevo prendermi la piena responsabilità di kosen-rufu. L’effetto fu immediato, tutti i miei studenti sparirono, ma percepii che quella situazione apparentemente disastrosa mi stava spingendo a fare un grande cambiamento. Mi affidai al Gohonzon e continuai a recitare Daimoku salda nella fede. Quando qualche mese dopo Sensei morì, sentii che il profondo legame che mi univa a lui, mi aveva preparato a quel passaggio. Da allora mi sono aggrappata ancora più forte al suo cuore mentre mi ripetevo le parole di Kaneko Ikeda:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Trasformare il karma non significa semplicemente salire un gradino dopo l'altro; piuttosto, è come se ci trovassimo di fronte a un&nbsp;dirupo&nbsp;e dicessimo a noi stesse: “Da qui non indietreggio neanche di un passo» (NR, 645)
</blockquote>



La relazione con Sensei era il terreno stabile che mi permetteva di non sprofondare. Recitavo Daimoku per aprire una strada, ma in realtà non facevo che bacchettarmi, eppure l’attività dei Giovani gigli bianchi mi aveva insegnato che andavo bene così com’ero, che in accordo con il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” ognuna poteva risplendere delle proprie caratteristiche uniche. Ero arrogantemente convinta di sapere quale fiore fossi, ma di fatto non era così. Non credevo che quella strada che stavo costruendo dentro il mio cuore sarebbe stata meravigliosa; pertanto, recitavo Daimoku per trovare un lavoro che mi permettesse di arrivare a fine mese. La mia vita era stanca di tutto questo, voleva aprirsi, proprio come il mistico myo. Nel frattempo era arrivata la fine della mia referenza nei Giovani gigli bianchi, a febbraio 2024, e ci suggerirono di metterci grandi obiettivi: determinai di realizzarmi nel mondo dell’arte. Quello stesso mese feci il colloquio per partecipare ad un corso di formazione finanziata con la possibilità di assunzione. Era un corso per diventare operatore di ripresa... mi chiedevo cosa avessi a che fare con me il cinema, ma la fiducia assoluta nella risposta alla mia preghiera mi fece accettare senza esitazioni. Iniziai il corso con la determinazione di vincere anche se non avevo la più pallida idea in cosa. La mia vita invece aveva le idee molto chiare, quel corso si rivelò essere di regia, ma soprattutto una risposta molto profonda alla mia preghiera perché mi permise di far emergere doti come la capacità di scrivere che non sospettavo. Condivisi il Buddismo attraverso bellissimi dialoghi e realizzai due cortometraggi insieme agli altri studenti. Il corso terminava con la presentazione del proprio cortometraggio. Recitai un Daimoku disperato per una settimana, volevo raccontare l’abbandono, ma non mi sentivo in grado. Avevo smesso di sognare a 14 anni quando mia madre morì in pochi mesi, seguita dai miei zii e altri punti di riferimento. A 20 anni la mia famiglia era composta da mia sorella e da mio padre. Ricordo che la mattina in cui dovevo consegnare il testo del cortometraggio, non avevo scritto ancora nulla. Finché in classe successe qualcosa. Il professore ci fece vedere un suo lavoro per ispirarci, in cui una ballerina di danza classica, si aggirava in una città distrutta dalla guerra, fermandosi al termine su una lapide in cui c’era scritto solo una data: 1995. Il 1995 era l’anno in cui mamma era morta ed io ho sempre desiderato diventare una ballerina di danza classica, quel messaggio arrivò con una potenza al mio cuore, che buttò giù tutti i muri che avevo costruito intorno a me per proteggermi. Così dentro il lavoro ci misi tutta la mia vita ed il desiderio che il mio cuore arrivasse a tutti. Sentivo una profonda gratitudine per mamma e finalmente aveva davvero un senso tutta quella sofferenza, e nulla era andato sprecato, come mi aveva promesso il mio maestro. Andai fino in fondo: insomma avevo vinto. Dedicai il cortometraggio al “al mio adorato maestro di vita Daisaku Ikeda e a mia madre”. La vittoria non attardò a manifestarsi anche fuori, “La Cameretta dell’Universo” ha vinto 6 premi in diversi festival nazionali, oltre la proposta di portare il lavoro all’estero. Grazie ai premi ho potuto parlare davanti a centinaia di persone del mio maestro, e di come i princìpi buddisti uniti alla mia vita siano l’ispirazione per ciò che realizzo. Ho vinto sulla mia più grande sofferenza, su quella oscurità che mi faceva solo sussurrare sottovoce la parola “sogni”. Ora anche io ho un sogno ed è grande quanto le aspettative del mio maestro. Oggi sto per girare un secondo cortometraggio... ma questa è un’altra storia. Adesso so che ci sono sogni così sepolti in fondo al cuore che sembrano non appartenerci, come un regalo senza nome in attesa del giusto tempo per essere donato: quel tempo è l'istante in cui accedi al luogo della tua promessa.

<blockquote class="wp-block-quote">
«Tokie si impegnava a fondo nelle attività ma la sua mancanza di sicurezza era spesso evidente. Nonostante molti la considerassero un segno di modestia, si trattava di una profonda insicurezza. La sua vita sfortunata e la sua mancanza di istruzione la facevano sentire inferiore agli altri. […] Sapendo come Tokie si poteva sentire, Shin’ichi Yamamoto voleva aiutarla a sradicare la debolezza interiore che le impediva di mostrare tutto il suo potenziale. Shin’ichi le rispose piuttosto severamente: «Se non riesci a padroneggiare le tue emozioni, come potrai guidare un gruppo così grande come quello delle giovani donne? Per essere sincero ti stai facendo sconfiggere dalla tua stessa debolezza. Se pensi di non avere le capacità necessarie, allora devi pregare con sincerità e agire per svilupparle». […] Tokie sentì profondamente la gioia di dedicare la vita alla propria missione. Adesso era profondamente convinta che la felicità non derivasse dall’istruzione, dalla ricchezza o dal matrimonio, ma consistesse nell’avere la forza di sfidare e sconfiggere la propria debolezza. Solo così sarebbe stato possibile godere di un matrimonio riuscito e di una vita veramente felice. Inoltre, comprese che perfezionarsi quotidianamente attraverso la pratica buddista e impegnarsi per la felicità degli altri sono di per sé fonte di gioia» (NRU, 5, pp. 162-163)
</blockquote>



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<figure class="wp-block-image alignleft size-full is-resized"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/Laura-Palombaro-ID-.jpg" alt="" class="wp-image-58462" style="width:343px;height:auto"/></figure>
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Questo estratto riporta l’incoraggiamento che Sensei infonde a Tokie Tani, la responsabile del Gruppo giovani donne dell’epoca. Grazie al legame col maestro Tokie riuscirà a vincere sulle sue debolezze e così il 12 novembre 1961 incoraggerà le giovani donne presenti alla storica riunione generale della divisione, nello stadio di Yokohama.  Tale brano mi incoraggia sempre a ripartire dal Daimoku, dalle attività Soka e a costruire un io solido per essere felice, rendendomi conto che nella vita possono esserci momenti di difficoltà e imprevisti ma la cosa importante è la nostra condizione vitale che non si lascia abbattere dagli eventi, anzi riesce a trasformarli in opportunità per creare valore.  All’inizio del mio percorso di dottorato non mi sentivo capace e questo senso di inadeguatezza si rifletteva nel mio ambiente: i miei articoli scientifici venivano puntualmente rifiutati e non riuscivo a partecipare a nessun convegno accademico. Ero bloccata. In particolare, un articolo era stato rifiutato dai revisori con delle parole molto negative che mi fecero soffrire e dubitare ancora di più delle mie capacità. Con questa sofferenza decisi di credere al maestro Ikeda e continuai a recitare con il sincero desiderio di sviluppare le mie capacità, senza cedere allo scoraggiamento o pensare che il mio vissuto potesse condizionare il futuro.  Cambiando la mia condizione vitale, rideterminai con coraggio e, malgrado quei giudizi negativi, decisi di perseverare nella ricerca soprattutto di quell’argomento specifico, rifiutato in passato. Il mio cuore era completamente cambiato e sentivo il desiderio di vincere non solo per me, ma anche per ogni giovane donna che si sentisse inadeguata. Mi rialzai con tenacia, coraggio e fiducia e iniziai a vivere ogni giorno provando gratitudine e gioia per il mio lavoro, che divennero più forti della paura e del senso di inadeguatezza. Questo cambiamento interiore si riflesse presto nell’ambiente perché i “no” si stavano trasformando in “sì” in ogni aspetto del mio lavoro. Riuscii anche a trovare dei documenti inediti proprio sul tema che più di tutti mi aveva fatto soffrire: oggi lo considero come il mio miglior articolo! Ho ribaltato completamente la mia situazione, sentendomi di essere nel posto giusto. Nel frattempo, i dialoghi che non ho mai smesso di portare avanti hanno portato i loro frutti! A dicembre 2024, infatti, la mia università ha ospitato la mostra compact di Senzatomica grazie al sostegno di una docente del mio dipartimento che con entusiasmo ha subito abbracciato il progetto! L’8 aprile 2025 ho conseguito il titolo di dottoressa di ricerca con giudizi positivi! Davanti a nuove sfide, come quella lavorativa, desidero tirare fuori la determinazione come mi ha insegnato Sensei e incoraggiare tante giovani donne che, come me, stanno lottando per trovare il loro posto nel mondo e costruire una famiglia armoniosa.
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<h4 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Invocare la pace senza distinzioni – incontro interreligioso in Sicilia</h4>



Nella suggestiva cornice di Piazza Ognina, giovedì 4 settembre si è svolto l’“Incontro di preghiera per invocare il dono della pace”, promosso dal coordinamento “Religioni in dialogo” di Catania nell’ambito della festa di S. Maria di Ognina. L’evento ha visto la partecipazione della Comunità Bahá’í, del Movimento Rinascita Cristiana, dell’Ordine Francescano Secolare, della Comunità Induista, della Comunità Dialogo, dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, del Movimento dei Focolari, della Comunità dei Devoti di Kṛṣṇa, della Comunità di S. Egidio e della Comunità Islamica di Sicilia. Diverse voci, un unico scopo: invocare la pace senza distinzioni di etnie o credi. Particolarmente significativo l’intervento dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Sara Adorno, responsabile relazioni esterne per la Sicilia, ha raccontato cosa significa per lei la pace attraverso le parole di Daisaku Ikeda, ricordando che nasce nel cuore di ciascun individuo e cresce nel dialogo e nel rispetto reciproco. Al termine, alcuni giovani membri hanno animato la piazza cantando e ballando "Youth of Europe". Un momento che ha coinvolto inaspettatamente il pubblico, che ha accompagnato battendo le mani a tempo, creando un’atmosfera di gioia condivisa. Toccante anche la cerimonia delle candele: ogni comunità ha deposto una luce sotto un mappamondo sorretto da bambini, segno della responsabilità verso le nuove generazioni. Un gesto che ha suggellato un incontro capace di trasformare la diversità in forza comune.



<figure class="wp-block-image aligncenter size-large is-resized"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/Sicilia-interrel-2--768x1024.jpg" alt="" class="wp-image-58488" style="width:322px;height:auto"/></figure>



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<h4 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Un incontro storico per la protezione in Sicilia</h4>



Per la prima volta in Sicilia si è svolta un’attività regionale dedicata allo staff di protezione dei Centri culturali, un momento che ha visto riuniti in un meeting online i membri di diverse città insieme agli staff Byakuren, Sokahan, Prometeo e Corallo. Ciascuna realtà locale si è riunita in presenza e ha condiviso online la propria esperienza nell’ambito dell’attività di protezione lo spirito di unità e la determinazione a collaborare per proteggere i Centri culturali e l’Istituto, cuore delle attività e della crescita della comunità locale. L’incontro ha registrato la partecipazione di ben 126 membri (più altri staff presenti come diamante, autisti, segreteria, audio/video, allestimento) provenienti da ogni angolo dell’isola. Il clima è stato di grande entusiasmo e condivisione: non solo un’occasione per conoscersi meglio e rafforzare i legami, ma anche un’opportunità per riaffermare l’importanza delle attività di protezione come gesti di cura e responsabilità. Ognuno dei presenti ha percepito di far parte di una squadra unita, consapevole che l’impegno individuale acquista valore quando si inserisce in un movimento collettivo. Questo appuntamento rappresenta una tappa significativa in vista del terzo corso regionale in Sicilia, previsto per il prossimo mese. L’esperienza vissuta ha rafforzato il legame con il maestro, illuminando il cammino di chi ogni giorno si impegna a portare avanti il suo sogno. Con lo sguardo rivolto al futuro, i membri della protezione siciliana hanno fatto propria la missione di custodire non solo i luoghi, ma soprattutto lo spirito che li anima: unendo le forze per far crescere una società di pace, rispetto e dignità.



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<h4 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Affidate tutto a noi – report corso Futuro e studenti a Milano&nbsp;</h4>



Domenica 7 settembre le tre regioni Lombardia nord, sud ed est hanno organizzato al Centro culturale Ikeda per la pace di Milano l'evento "Affidate tutto a noi: il Gruppo futuro si racconta". I ragazzi del Gruppo futuro - che in estate hanno partecipato al corso nazionale a Firenze - hanno dato vita a una gioiosa tavola rotonda e raccontato le loro esperienze di fede in un clima caloroso e informale. Tra momenti ricchi di emozione e ricordi di episodi legati al corso a Firenze, tra profondi incoraggiamenti e la spontanea gratitudine che traspariva dalle loro parole, le voci dei giovanissimi hanno fatto commuovere i presenti, giovani e adulti, che ascoltavano con estrema attenzione. Il meeting si è aperto con Daimoku e Gongyo guidato dai ragazzi; sono stati proiettati due video per coinvolgere tutti/e nel viaggio dei più di dieci anni di attività nazionale del Gruppo futuro italiano e far vivere alcuni estratti dal più recente corso Futuro 2025. Dopo la tavola rotonda è intervenuta una giovane studentessa che quest'estate ha partecipato al suo primo corso europeo Studenti a Francoforte. Anche lei ha riportato la sua emozione nel partecipare a un corso assieme ai suoi coetanei da tutta Europa. Tutti i ragazzi e le ragazze hanno condiviso grandi obiettivi personali e il forte desiderio di raccontare le loro esperienze negli zadankai e fare shakubuku in ogni occasione. Al termine dell'incontro è intervenuto Alessio Andreozzi, vice responsabile nazionale Futuro, che ha trasmesso alcuni degli incoraggiamenti condivisi durante la riunione e ringraziato i presenti.



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<figure class="wp-block-image size-large"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/lombardia-fut-1-.jpg" alt="" class="wp-image-58469"/></figure>



<figure class="wp-block-image size-large"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/Lombardia-futuro-931.2-.jpeg" alt="" class="wp-image-58467"/></figure>



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<figure class="wp-block-image size-large"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/Lombardia-futuro-931.3-.jpeg" alt="" class="wp-image-58468"/></figure>



<figure class="wp-block-image size-large"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/Lombardia-futuro-931-.jpeg" alt="" class="wp-image-58465"/></figure>
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<h4 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Oristano: Insieme per la pace</h4>



Il 2 settembre, a Oristano nel cortile del museo diocesano si è svolto un incontro interreligioso. Erano presenti : Hare Krisnha, buddisti della Soka Gakkai, bahà'i, musulmani, cristiani e organizzazioni non religiose. Si tratta del quinto incontro a cui siamo invitati a partecipare e organizzare insieme. Il tema di quest’anno era: Insieme per la pace, sotto lo stesso cielo. Ogni confessione religiosa ha condiviso le proprie riflessioni e ha avuto uno spazio per far ascoltare la propria preghiera. Un'occasione importante per pregare per la pace e per tessere sempre più forti relazioni e dialoghi tra le varie confessioni religiose. Come Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai abbiamo contribuito attraverso la lettura del poema di Daisaku Ikeda "Pace fondamento di felicità" accompagnato dalla flautista Michela Calabrese che ha suonato "Over the rainbow".



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<figure class="wp-block-image size-large"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/oristano-insieme-per-la-pace.jpg-1-dimensioni-medie.jpeg" alt="" class="wp-image-58538"/></figure>



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<figure class="wp-block-image size-large"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/oristano-insieme-per-la-pace5-dimensioni-medie.jpeg" alt="" class="wp-image-58533"/></figure>
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«Questo è il mio voto, e io non lo infrangerò mai» (RSND, 1, 254), dichiarò con forza Nichiren Daishonin. La vittoria come esseri umani consiste nel rimanere fedeli al proprio voto e perseverare sul cammino della propria missione. La solidarietà delle persone unite da questo voto condiviso e da questo senso di missione è la forza trainante per eliminare la sofferenza dal nostro pianeta e costruire un mondo di pace e umanità. Il 7 luglio 2017, nella sede centrale delle Nazioni Unite, a New York, è stato adottato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Questo Trattato internazionale ribadisce con forza l'appello pronunciato dal mio maestro Josei Toda nella sua Dichiarazione per l'abolizione delle armi nucleari di sessant'anni fa (8 settembre 1957), cioè la messa al bando totale e assoluta del possesso e dell'uso di armi nucleari. Desidero condividere la mia gioia per l'adozione di questo storico accordo con gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki, che hanno sofferto la devastazione arrecata dalle armi nucleari, con i membri di Kanagawa, dove Toda pronunciò la sua Dichiarazione, e con i miei cari amici e compagni di fede di tutto il mondo. Il presidente Toda portò avanti l'eredità del suo maestro, Tsunesaburo Makiguchi, che si batté contro l'oppressione delle autorità militariste giapponesi in tempo di guerra e morì in carcere per i suoi ideali. Egli sosteneva l'idea di cittadinanza globale e affermò che nessun popolo di alcun paese deve mai essere sacrificato. Definì esplicitamente le armi nucleari come il più grande male da sconfiggere. Già dal 1955, due anni prima della Dichiarazione di Kanagawa, Toda aveva iniziato ad affrontare l'argomento durante le riunioni della Soka Gakkai in varie città del Giappone. A una riunione nella zona di Sakai, a Osaka, sottolineò quanto fosse vitale che il Giappone facesse ogni sforzo possibile per assicurare che le armi nucleari non venissero mai più impiegate. Durante una visita nel Kyushu, a una riunione a Yahata, parlò della sua opposizione alle armi nucleari e a Fukuoka dichiarò che quella orribile follia non avrebbe mai più dovuto ripetersi. Poi, l'8 settembre 1957, sotto un limpido cielo azzurro, presso lo stadio Mitsuzawa di Yokohama pronunciò la sua Dichiarazione per l'abolizione delle armi nucleari. Affidò a noi giovani il suo messaggio, frutto di una profonda riflessione sull'argomento, come la prima delle sue istruzioni per il futuro. Disse: «Noi, cittadini del mondo, abbiamo il diritto inviolabile di vivere. Chiunque metta in pericolo questo diritto è un demone, un mostro». Ciò accadeva solo sette mesi prima della sua morte. Durante una breve tregua dalla malattia, Toda riversò tutto se stesso in quell'appassionato appello. Le sue parole severe, che denunciavano il male delle armi nucleari, risuonano ancora dentro di me. Toda affermava che le persone, specialmente i giovani, devono raccogliere con coraggio la sfida di sradicare quella malvagità distruttiva, quella totale mancanza di rispetto della vita che giustifica l'esistenza delle armi nucleari. Era suo desiderio che mettessimo in atto una serie di iniziative popolari per promuovere il diritto dell'umanità alla vita e creare una solidarietà tra i cittadini del mondo attraverso la passione e la forza dei giovani. Quel desiderio è diventato l'eterno punto di partenza del movimento per la pace della Soka Gakkai e della SGI. Da quel giorno, con le parole del mio maestro sempre in mente, ho intrapreso dialoghi con leader, studiosi, filosofi e scienziati di vari paesi del mondo, compresi gli stati nucleari. Inoltre, attraverso le mie Proposte di pace annuali, in molte altre occasioni ho fornito suggerimenti concreti per aprire una strada verso la messa al bando delle armi nucleari. Nella profondità del mio cuore sento ancora forte la guida di Toda, che una volta mi disse: «Non devi soltanto fare proposte concrete per la pace dell'umanità, ma darti da fare in prima persona affinché siano messe in atto. Anche se non verranno pienamente e immediatamente accettate, saranno la scintilla dalla quale potrà divampare, come un incendio, un grande movimento per la pace. La teoria scollegata dalla realtà è solo un futile esercizio retorico. Le proposte concrete offrono un quadro di riferimento per la trasformazione della realtà e possono contribuire a proteggere gli interessi dell'umanità». Perciò, nel formulare le mie proposte concrete per l'abolizione delle armi nucleari ho dato particolare importanza a quattro punti: 1) Costruire una rete di solidarietà nella società civile per dar voce all'opposizione alle armi nucleari. 2) Sottolineare l'assoluta disumanità delle armi nucleari nelle discussioni per la loro abolizione. 3) Incoraggiare l'adozione di accordi internazionali per l'abolizione delle armi nucleari all'interno dei forum delle Nazioni Unite. 4) Assicurarsi che le voci delle vittime delle armi nucleari (hibakusha) siano rappresentate nello spirito che sta alla base di tali accordi. La SGI, fin dal lancio del suo "Decennio delle persone comuni per l'abolizione del nucleare", nel 2007, ha intrapreso ampie attività allo scopo di costruire una rete di cittadini che lavorano per la pace. Ha collaborato inoltre a progetti e seminari con la Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari (ICAN) e con altri gruppi che perseguono gli stessi scopi. E nel mezzo del suo impegno per sostenere e diffondere nella società internazionale una consapevolezza sempre più ampia dei quattro punti sopra citati, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari è stato finalmente adottato da 122 Paesi nella sede dell'ONU. Come discepolo del presidente Toda sono immensamente fiero e soddisfatto di questo risultato di portata storica, che costituisce un passo in avanti verso la realizzazione del voto che formulai insieme al mio maestro quel giorno, l'8 settembre 1957, allo stadio Mitsuzawa. La firma del Trattato per la proibizione delle armi nucleari è prevista in apertura della sessione di settembre dell'Assemblea generale dell'ONU, proprio nel mese in cui celebriamo il sessantesimo anniversario della Dichiarazione di Toda. Ora è necessario un ulteriore sostegno da parte della società civile per aumentare il numero delle nazioni firmatarie di questo nuovo Trattato, fino a quando l'abolizione delle armi nucleari verrà universalmente dichiarata. Come affermato nel Preambolo, una delle forze principali per raggiungere questo risultato sarà l'educazione alla pace e al disarmo. La Soka Gakkai ha fondato la sua prima struttura dedicata alle mostre per la pace, il Toda Memorial Hall, a Yokohama, per far sì che lo spirito della Dichiarazione di Toda diventi sempre più la tendenza di quest'epoca. Sin dalla sua inaugurazione, nell'agosto del 1979, è divenuto un Centro per l'educazione alla pace e al disarmo in cui si organizzano esposizioni per mettere in luce la minaccia delle armi nucleari e far conoscere le testimonianze dei sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. A oggi i visitatori sono stati più di un milione. Le iniziative su questo fronte sempre in corso a Kanagawa, così come a Hiroshima, Nagasaki e Okinawa, sono un modello per accrescere la consapevolezza della tragedia della guerra e dell'importanza della pace. Esse esercitano inoltre una notevole influenza sulle attività per la pace che le organizzazioni locali della SGI svolgono nei rispettivi paesi del mondo. Partecipando a una conferenza dell'ONU in vista dell'adozione del Trattato, la SGI, come rappresentante della società civile, ha sottolineato l'importanza di promuovere l'educazione alla pace e al disarmo e, ispirandosi alle attività che ebbero inizio a Kanagawa e proseguono ormai da tempo, ha proposto che l'educazione alla pace e al disarmo venga inclusa nel testo del Trattato. Durante un nostro incontro Joseph Rotblat (1908-2005), premio Nobel per la Pace ed ex presidente delle Conferenze Pugwash, che ha dedicato la vita all'abolizione delle armi nucleari, lanciò questo messaggio alle generazioni future: «La vittoria non sarà mai raggiunta contrapponendo al male il potere del male. Non ha senso cercare di evitare la guerra utilizzando la minaccia della guerra». La forza per resistere al "potere del male" e cambiare la tendenza di quest'epoca risiede nella solidarietà delle persone risvegliate a una coscienza globale, al fatto che facciamo tutti parte di un'unica famiglia umana. Questa era la conclusione di Rotblat. Come Toda mise in luce nella sua Dichiarazione, per porre fine all'era nucleare occorre instillare profondamente in ogni nazione la coscienza che le armi nucleari sono un male assoluto, e che il loro uso è sempre e comunque inaccettabile. Dobbiamo stabilire questo principio incrollabile condiviso da tutta l'umanità. Il 2 e 3 settembre 2017 si terrà il Summit dei giovani della SGI per la rinuncia alla guerra a Kanagawa, un luogo intriso dello spirito del presidente Toda di lavorare per la pace. Come discepolo di Toda, condividendo profondamente la sua missione, mi sono adoperato con tutte le forze insieme ai miei cari amici e ai compagni di fede di tutto il mondo per realizzare l'abolizione delle armi nucleari. Ora che il Trattato per la proibizione delle armi nucleari dell'ONU è divenuto realtà, promettiamo di rendere questo Summit di Kanagawa un nuovo punto di partenza della nostra sfida verso l'obiettivo di eliminare questi armamenti, e impegniamoci con ancora più vigore nel portare avanti questa causa. La solidarietà tra individui "risvegliati" che condividono un voto per la pace ha un enorme potere di trasformare i tempi. Scriviamo una meravigliosa storia per il futuro, che sarà ricordata per sempre! 



(14 settembre 2017)

Se le armi nucleari sono la massima rappresentazione delle forze in grado di dividere e distruggere il mondo, esse possono essere neutralizzate solo dalla solidarietà dei cittadini comuni, che ha il potere di fare della speranza una forza irresistibile che trasforma la storia. […] Finora l'umanità è riuscita a evitare la catastrofe della guerra nucleare su vasta scala. Oggi però siamo di fronte a una serie di elementi destabilizzanti e quindi vorrei invitare i capi di tutti gli stati in possesso di armamenti nucleari, o la cui sicurezza nazionale dipende dalle armi nucleari di altri stati, a porsi queste domande: Le armi nucleari sono davvero necessarie? Perché dobbiamo mantenerle? Cosa giustifica lo stoccaggio di armi nucleari da parte della nostra nazione, dato che ci opponiamo se a possederle sono altri stati? L'umanità non ha davvero altra scelta che vivere sotto la minaccia delle armi nucleari?&nbsp;[…]



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">UNA VISIONE PROFETICA&nbsp;</h5>



Nel 1957 il mio maestro Josei Toda lanciò uno storico appello per l'abolizione delle armi nucleari. La sua dichiarazione partiva dalla prospettiva dei cittadini comuni, dalla consapevolezza della spaventosa minaccia che le armi nucleari rappresentano per la vita delle persone. Toda pronunciò il discorso contenente questa dichiarazione solo sette mesi prima di morire, in un momento in cui la sua salute era estremamente compromessa. Era l'8 settembre 1957 quando Toda si rivolse a un pubblico di circa cinquantamila persone, principalmente giovani, e dichiarò che l'obiettivo di eliminare tutte le armi nucleari dalla faccia della terra costituiva la principale indicazione per i suoi seguaci. Alla luce della realtà di oggi, ritengo che dal suo discorso si possano estrapolare tre temi di particolare rilevanza: la necessità di una trasformazione della consapevolezza dei dirigenti politici; il bisogno di una visione chiaramente condivisa relativa alla messa al bando delle armi nucleari e la necessità di realizzare una "sicurezza umana" su scala globale. Riguardo al primo tema, Toda dichiarò: «Noi tutti, cittadini del mondo, abbiamo un inviolabile diritto alla vita. Chiunque attenti a questo sacrosanto diritto è una incarnazione del male, un demone, un mostro». Si trattava di una straordinaria condanna dell'egoismo delle nazioni che sta alla base dell'impulso a sviluppare e possedere armi nucleari. Con questo linguaggio molto forte, Toda voleva dare uno scossone al modo di pensare dei politici più influenti e incoraggiare una trasformazione nella loro visione del mondo. Anche se possiamo trovare sconcertanti espressioni come "incarnazione del male", "demone" o "mostro", il principale intento di Toda nell'uso di un simile linguaggio fu quello di mettere a nudo la natura aberrante della deterrenza nucleare, perché al centro della teoria della deterrenza c'è la disposizione fredda e inumana a sacrificare un grande numero di persone per ottenere la propria sicurezza personale o il predominio. Nello stesso tempo Toda stava anche spingendo i dirigenti politici a riflettere sui propri presupposti e atteggiamenti mentali. […] Il filosofo buddista cinese del VI secolo Chih-i (il Gran Maestro T'ien-t'ai) descrisse coloro che sono posseduti dal desiderio di dominare gli altri con queste parole: «Sempre tesi a primeggiare, incapaci di tollerare l'inferiorità, scoraggiano gli altri e sopravvalutano se stessi». Il Buddismo descrive l'essenza della condizione vitale che vede tutto e tutti come un mezzo per la realizzazione dei propri obiettivi e desideri come uno stato in cui l'esistenza degli altri è ridotta a un dettaglio irrilevante, dove non si avverte la minima perplessità o esitazione a infliggere anche la sofferenza più terribile. […] Come buddista, per il quale il rispetto per la vita è un principio essenziale, Toda si opponeva strenuamente alla pena di morte. In questo caso la sua invocazione della punizione capitale dovrebbe quindi essere considerata uno sforzo per minare ed estirpare la logica che giustifica l'uso delle armi nucleari. Per Toda le armi nucleari, che essenzialmente minacciano il diritto dell'umanità alla sopravvivenza, rappresentavano un "male assoluto". Era determinato a contrattaccare ogni tentativo di giustificarle come "male necessario", il cui uso poteva anche essere visto come un'estensione della guerra tradizionale. […] La più profonda determinazione di Toda forse trova la sua massima espressione nella frase: «Desidero che non venga più usata la parola "infelicità" per descrivere il mondo, una nazione, un singolo individuo». Il suo invito all'abolizione delle armi nucleari rappresenta un'espressione condensata di tale decisione, ed è radicato in una prospettiva notevolmente affine al concetto ampiamente propugnato di "sicurezza umana". Questo approccio considera quale base necessaria per la stabilità e la pace per alleviare la sofferenza ed eliminare l'infelicità dalla vita di ogni individuo. Ritengo particolarmente importante il fatto che Toda abbia sottolineato la necessità di eliminare situazioni di infelicità e miseria a tutti i livelli - personale, nazionale e globale - nello stesso modo. In altre parole, la distruzione di qualunque nazione o stato è inaccettabile, anche se dovesse essere giustificata in quanto essenziale per il mantenimento della pace mondiale. Allo stesso modo il sacrificio di cittadini comuni non può essere tollerato in nome della garanzia della sicurezza di uno stato. Credo fermamente che sia compito comune a tutti i membri della famiglia umana identificare chiaramente l'errore di base in un simile pensiero ed «estirpare gli artigli che si celano nelle estreme profondità» della questione degli armamenti nucleari. Toda concluse il suo appello con queste parole: «Chiedo a coloro che si considerano miei studenti e discepoli di ereditare lo spirito della dichiarazione che ho pronunciato oggi, e di far conoscere il suo contenuto in tutto il mondo». Queste parole, che quel giorno si impressero a fuoco nella mia mente, sono rimaste con me e hanno ispirato le mie azioni nei cinquanta e più anni che sono trascorsi da allora. Non ho mai, neanche per un solo giorno, dimenticato il suo energico invito ad agire, e ho lavorato incessantemente per creare un movimento di pubblica opinione favorevole all'abolizione del nucleare. […] I membri della SGI presenti in centonovantadue paesi e territori del mondo hanno lavorato per costruire una rete di solidarietà con i propri concittadini. I nostri sforzi sono basati sull'idea che ad aprire i cuori sia principalmente il dialogo. Per quanto lento possa apparire questo processo, siamo convinti che costituisca il sentiero più sicuro verso la pace mondiale. Il concetto buddista dei "tremila regni in un istante di vita" insegna che in ognuno di noi esiste un illimitato potere o capacità. Quindi un cambiamento nei livelli più profondi della coscienza e dell'impegno del singolo può provocare ondate di trasformazione nell'ambiente circostante e nella società, spronando alla fine le nazioni e persino il mondo intero al cambiamento. Far scaturire questo potenziale illimitato da ogni singolo individuo e incanalarlo nella ricerca della pace è il cuore delle imprese della SGI. All'interno di ogni essere umano si cela il potenziale per cambiare la propria condizione - in direzione sia positiva che negativa. Ad esempio, la famosa relazione di Einstein tra l'energia e la massa in origine era semplicemente un'equazione nel campo della fisica. Tuttavia gli esseri umani scoprirono in essa la possibilità di sviluppare armi di una crudeltà senza precedenti. Questo progetto fu sviluppato dai governi di tutto il mondo, che usarono tutte le loro forze per creare armi di distruzione totale. Da quel giorno l'umanità è sprofondata nei pericoli dell'era nucleare. È giunto per noi il momento di applicare questa stessa equazione di Einstein per far sgorgare l'infinito potenziale che esiste nel profondo del cuore di ogni persona e liberare il coraggio e l'azione delle persone comuni per creare un'indomabile forza di pace. In ultima analisi, questo è l'unico modo per porre fine agli incubi nucleari della nostra epoca. In quest'operazione, nessuno ha un ruolo più essenziale dei giovani. Persino l'ideale più brillante non sarà che un sogno se rimane chiuso nel cuore. Per farlo diventare una realtà concreta occorre confrontarsi e trionfare sui sentimenti di impotenza e rassegnazione. Ciò che serve è il coraggio di intraprendere un'azione. È la passione dei giovani che diffonde la fiamma del coraggio nella società. Questo coraggio, trasmesso da una persona all'altra, può sgretolare i muri scoraggianti delle difficoltà e aprire l'orizzonte su una nuova era nella storia umana. Basandomi sull'orgogliosa determinazione di rendere la lotta per l'abolizione delle armi nucleari il fondamento di un mondo senza guerra, e convinto che la partecipazione a questa impresa senza precedenti sia il dono più prezioso che possiamo offrire al futuro, invito tutte le persone di buona volontà a lavorare insieme per la realizzazione di un mondo finalmente libero dalla minaccia nucleare.

Ho ricevuto la notizia che sei incinta. In risposta alla tua richiesta di un&nbsp;fu<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-1">1</a>&nbsp;per un&nbsp;parto&nbsp;facile, ne ho scelto uno fra quelli che ho ereditato. Ma devi avere una fede incrollabile. Persino una medicina portentosa sarà inefficace se vi si mescola del veleno. Anche una spada sarebbe inutile in mano a un codardo. Soprattutto, tu e tuo marito siete entrambi devoti del Sutra del Loto e tu darai alla luce un gioiello di figlio che erediterà il seme della propagazione del Sutra del Loto. Mi congratulo con te con tutto il cuore. Il bambino erediterà le vostre qualità fisiche e spirituali. Come potresti avere un travaglio prolungato? Il bambino verrà alla luce con grande&nbsp;facilità. Se prendi questa medicina non ci può essere alcun dubbio. L’oscurità viene rischiarata quando si accende un lume e l’acqua torbida diventa chiara quando la luna vi si riflette. C’è qualcosa di più splendente del sole e della luna? C’è qualcosa di più puro del fiore di loto? Il Sutra del Loto è il sole e la luna, il fiore di loto. Per questo si chiama Sutra del Loto della Legge meravigliosa. Anche Nichiren è come il sole e la luna, come il fiore di loto. Se l’acqua della tua fede è limpida, sicuramente la luna dei benefici vi si rifletterà e ti proteggerà. Di certo avrai un&nbsp;parto&nbsp;facile. Un passo del Sutra del Loto afferma: «Una Legge meravigliosa come questa»<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-2">2</a>&nbsp;e un altro dice: «Ella partorirà senza problemi un figlio sano»<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-3">3</a>. Ho spiegato minuziosamente a Ben-ko<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-4">4</a>&nbsp;le istruzioni trasmesse oralmente.&nbsp;Quindi Ben-ko è “l’inviato del Tathagata”<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-5">5</a>. Abbi una fede sincera. La Dea del Sole donò un gioiello a Susano’o no Mikoto<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-6">6</a>, il quale generò un gioiello di figlio. Perciò la Dea del Sole lo proclamò proprio figlio e gli diede il nome di Masaya Akatsu<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-7">7</a>. Dato che io, Nichiren, ho fornito a tuo figlio il seme per una nascita&nbsp;facile, egli sarà come un figlio per me. [Il Sutra del Loto parla di] «un gioiello, prezioso come un sistema maggiore di mondi»<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-8">8</a>&nbsp;e afferma anche: «Questo cumulo di gioielli inestimabili è venuto a noi senza bisogno di cercarlo»<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-9">9</a>, e il Tathagata Shakyamuni afferma: «Gli esseri che ci vivono [nel triplice mondo] sono tutti miei figli»<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#nota-10">10</a>. L’intenzione di Nichiren è esattamente la stessa. Com’è felice e di buon auspicio! Ti scriverò ancora. Rispettosamente, Nichiren



Il settimo giorno del quinto mese dell’ottavo anno di Bun’ei (1271)



Risposta alla moglie di Shijo Kingo



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">cenni storici</h5>



Questa lettera fu scritta da Kamakura, nel quinto mese del 1271, a Nichigen-nyo, moglie di Shijo Kingo. È la prima tra le molte lettere che Nichiren Daishonin inviò alla famiglia Shijo. Preoccupata per l’imminente nascita del suo primo figlio, Nichigen-nyo aveva chiesto al Daishonin un agente protettivo (gohifu) per essere certa di partorire senza difficoltà. Il Daishonin le inviò immediatamente, tramite Nissho, uno dei suoi primi discepoli, il gohifu che aveva appositamente preparato per lei, accompagnandolo con questa lettera di incoraggiamento nella quale esorta Nichigen-nyo ad assumere l’agente basandosi su una forte fede nel Sutra del Loto. L’ottavo giorno del quinto mese, cioè il giorno successivo all’arrivo della lettera, Nichigen-nyo diede alla luce una bambina. Shijo Kingo comunicò la buona notizia al Daishonin, il quale inviò subito un altro messaggio per congratularsi con i genitori (La nascita di Tsukimaro, RSND, 1, 164); in esso, rispondendo alla richiesta di Nichigen-nyo, assegnava alla bambina il nome di Tsukimaro, o Luna Piena.



<hr class="wp-block-separator has-alpha-channel-opacity"/>



1.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-1">↑</a>&nbsp;Fu&nbsp;sta per&nbsp;gohifu; agente protettivo. L’uso di un agente protettivo era una pratica comune fra le scuole buddiste del Giappone feudale. In genere assumeva la forma di una figura o delle parole di Budda, bodhisattva o divinità scritte su legno o carta. Poi l’agente veniva collocato in qualche punto della casa, portato a contatto col corpo o, se era fatto di carta, veniva ingerito. A volte l’agente protettivo era costituito anche da una polvere d’erbe da sciogliere nell’acqua e bere. La formula utilizzata dal Daishonin per questo agente protettivo non ci è nota. 2.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-2">↑</a>&nbsp;Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 73. 3.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-3">↑</a>&nbsp;Vedi ibidem, cap. 19, p. 352. 4.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-4">↑</a>&nbsp;Ben-ko (1221-1323): Nissho, uno dei sei discepoli anziani del Daishonin. 5.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-5">↑</a>&nbsp;Il Daishonin prende a prestito le parole del decimo&nbsp;capitolo del Sutra del Loto, “Maestro della Legge”. 6.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-6">↑</a>&nbsp;Nella mitologia giapponese, il turbolento fratello minore della Dea del Sole. 7.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-7">↑</a>&nbsp;“Masaya Akatsu” si può tradurre con “In verità ho vinto”: una divinità che sarebbe nata dal fiato di Susano’o, dopo che questi ebbe masticato una collana donatagli dalla Dea del Sole. La storia compare in&nbsp;Cronache degli antichi avvenimenti&nbsp;e in altre fonti. 8.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-8">↑</a>&nbsp;Vedi Il Sutra del Loto, cap. 12, p. 264. 9.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-9">↑</a>&nbsp;Ibidem, cap. 4, p. 141. 10.&nbsp;<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd-vol2?titleFilter=la+statua+del+#ref-10">↑</a>&nbsp;Ibidem, cap. 3, p. 120.

Di seguito lo script dell'undicesima puntata di iNRassegna, un podcast di Il Nuovo Rinascimento



Care amiche e cari amici, eccoci di nuovo qui per una nuova puntata di iNRassegna, il podcast settimanale della redazione de Il Nuovo Rinascimento. Ogni venerdì vi accompagniamo con una selezione degli articoli più rilevanti pubblicati sul nostro sito, insieme a consigli pratici per orientarsi tra le tante sezioni e i contenuti disponibili. Un appuntamento breve ma ricco di spunti, perfetto da ascoltare ovunque vi troviate.



"iNRassegna, tutto ciò che serve per restare sempre in contatto con Il Nuovo Rinascimento”.



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Frankie: Oggi è VENERDÌ 5 SETTEMBRE io sono Frankie e così dopo la pausa estiva  riprendiamo insieme il nostro appuntamento settimanale con i contenuti de Il Nuovo Rinascimento.  È tornata anche lei dalle vacanze per cui passo subito la parola a Lucrezia dalla nostra redazione!



Lucrezia: Bentrovate e bentrovati! È un grande piacere tornare con voi su questi canali! È ormai terminato il mese delle vacanze estive e stiamo per ricominciare le nostre attività! Ma il mese di agosto lascia con sé la nostra <a href="https://ilnuovorinascimento.org/c/nr-summer-edition" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Summer Edition</a> che ha visto l’approfondimento di quattro tematiche principali… il disarmo, il dialogo, la speranza e l’amicizia! Oltre a segnalarvi gli incoraggiamenti del maestro Ikeda su queste tematiche, vorrei condividere anche alcune esperienze che ci avete inviato sulla nostra mail <a href="mailto:nuovo.rinascimento@sgi-italia.org" target="_blank" rel="noreferrer noopener">nuovo.rinascimento@sgi-italia.org</a>. Una di queste è di Noemi, dalla Liguria, che riguardo al tema della speranza ci racconta di aver sperimentato in prima persona come un Daimoku rivolto ad assumersi la piena responsabilità di creare valore nel luogo in si trovava in quel momento, le ha permesso di creare legami di amicizia con persone estremamente diverse da lei e con le quali non immaginava di poter riuscire a dialogare con sincerità e apertura e di aver invitato un ragazzo a recitare Daimoku insieme, permettendo a questa persona di instaurare un legame molto forte con il Buddismo!&nbsp;



Frankie: Come ogni inizio mese, sul nostro sito trovate i <a href="https://ilnuovorinascimento.org/c/materiali-attivita" target="_blank" rel="noreferrer noopener">materiali per le attività</a> di settembre.



Per le <a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/la-forza-di-vivere-fino-in-fondo-la-forza-per-guarire" target="_blank" rel="noreferrer noopener">riunioni donne</a> il tema è La forza di vivere fino in fondo, la forza per guarire, tratto dalla serie "Gli incoraggiamenti delle quattro stagioni". I <a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/i-giovani-e-la-nru-il-rispetto-per-la-vita" target="_blank" rel="noreferrer noopener">giovani</a> invece approfondiscono il capitolo "Autunno dorato" dal primo volume de La nuova rivoluzione umana, dedicato al rispetto per la vita. Per le <a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/cresciamo-con-la-nuova-rivoluzione-umana-settembre" target="_blank" rel="noreferrer noopener">riunioni uomini</a> il tema centrale è la “convinzione assoluta nel Gohonzon”, con spunti da una lezione inedita di Ikeda sensei. Infine, i materiali per lo <a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/la-speranza-4" target="_blank" rel="noreferrer noopener">zadankai</a> mensile hanno come filo conduttore la speranza: trasformare ogni difficoltà in opportunità di crescita. Trovate tutto nella sezione “<a href="https://ilnuovorinascimento.org/c/materiali-attivita" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Materiali per attività</a>” sul nostro sito: direttamente in alto se visitate il sito dal computer oppure nel menù a tendina che compare cliccando sulle tre lineette in alto a destra se navigate tramite un tablet o uno smartphone.



Vi raccolgo anche alcune delle tante notizie cha arrivano dalla <a href="https://ilnuovorinascimento.org/c/news-dalla-sgi" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Soka Gakkai Internazionale</a> e che trovate sempre aggiornate sul nostro sito per sentire come lo spirito della nostra organizzazione si muove nel resto del mondo. In India si è svolto il quinto Simposio delle donne a Mumbai con oltre 600 partecipanti. In Spagna la SGI ha organizzato a Madrid un evento per ricordare Hiroshima e Nagasaki. Dal 14 al 17 agosto in Corea del Sud si è tenuto un corso congiunto di Asia meridionale, Giappone e Corea, con 180 rappresentanti e la partecipazione di 50.000 persone anche online. E ancora: il presidente Harada ha preso parte a conferenze internazionali in Malesia, mentre a Singapore i membri della Soka Gakkai hanno sfilato nella parata nazionale con 600 partecipanti. Poi ad Hiroshima la SGI organizza un simposio sull’abolizione delle armi nucleari… Insomma date un occhiata a tutte queste <a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/alcune-attivita-della-soka-gakkai-internazionale" target="_blank" rel="noreferrer noopener">news</a>: le trovate raccolte nella sezione “<a href="https://ilnuovorinascimento.org/c/reportnews" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Report e News</a>” del nostro sito.



Lucrezia: E oltre ai materiali che ci ha illustrato Frankie, il 1° settembre è stato pubblicato l’<a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/limpegno-della-soka-gakkai-per-la-pace-e-forte-come-il-sole-destate" target="_blank" rel="noreferrer noopener">editoriale</a> a cura dei responsabili nazionali, questa volta da parte di Michela Pasi e Andrea Yuji Balestra, responsabili nazionali studenti. Hanno ricordato l’importante data dell’8 settembre 1957, quando Josei Toda pronunciò la sua storica "Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari" e hanno incoraggiato tutti e tutte a ripartire dalle sue parole colme di coraggio e forza per dare slancio alle nostre azioni quotidiane e alle attività che ci separano dalla fine dell’anno. Parlando proprio di questo… vi incoraggio a dare un’occhiata al <a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/volare-ancora-piu-in-alto-per-abbracciare-ogni-persona" target="_blank" rel="noreferrer noopener">report della riunione online del 26 agosto</a> con i responsabili nazionali e regionali, durante la quale sono state presentate le attività in commemorazione degli anniversari del 15 e 18 novembre. Potete trovare il report nel numero 930 de Il Nuovo rinascimento o nella sezione <a href="https://ilnuovorinascimento.org/c/report" target="_blank" rel="noreferrer noopener">report</a> nella nostra home page. Ma c’è qualcos’altro che è stato pubblicato il 1° settembre, vero Frankie? 



Frankie: «Il primo settembre è stato pubblicato l’editoriale del presidente della Soka Gakkai, <a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/costruiamo-una-famiglia-soka-bella-e-armoniosa" target="_blank" rel="noreferrer noopener">Minoru Harada</a>, intitolato Costruiamo una famiglia Soka bella e armoniosa. Harada sottolinea come la felicità e la pace nascano nelle nostre case e da lì si diffondano nella società. Ricorda in particolare il ruolo fondamentale delle donne della Soka Gakkai, che con coraggio e con lo spirito di maestro e discepolo costruiscono legami di speranza in famiglia, nella comunità e sul luogo di lavoro. Un incoraggiamento che ci invita, in questi mesi finali dell’anno, a trasmettere alle prossime generazioni lo spirito di non lasciarsi mai sconfiggere e di trasformare ogni difficoltà in forza per avanzare.



Sempre in questi giorni è stato pubblicato anche un <a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/affidarsi-alla-legge-e-non-alla-persona" target="_blank" rel="noreferrer noopener">approfondimento</a> dal titolo Affidarsi alla Legge e non alla persona. Partendo da un passo del Sutra del Nirvana, viene spiegato che lo scopo della pratica buddista è sviluppare una fede indipendente, saldamente radicata nella Legge mistica, senza cercare punti di riferimento esterni che possano sviare. Nichiren Daishonin e Ikeda sensei ci ricordano che il cuore della pratica è diventare “maestri della propria mente”, affrontando la nostra oscurità interiore e affidandoci al potere del Daimoku per compiere la rivoluzione umana e dedicare la vita a kosen-rufu. Trovate il testo completo fra Ultimi articoli al numero 931 oppure direttamente nella sezione <a href="https://ilnuovorinascimento.org/c/approfondimento" target="_blank" rel="noreferrer noopener">“Approfondimenti”</a> nel menù del sito



Lucrezia: Un’altra novità è l’<a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/nessuno-puo-oscurare-la-luce-della-nostra-vita" target="_blank" rel="noreferrer noopener">intervista</a> alla professoressa Maria Guajardo, che è stata anche preside della facoltà di Arti liberali internazionali all’università Soka in Giappone. La professoressa è un’esperta nel campo dell’educazione alla cittadinanza globale, alla leadership e una grande attivista per i diritti dei minori e delle donne. Le abbiamo quindi posto molte domande sul tema dell’educazione per la creazione di valore e sul ruolo dell’educazione nell’eliminazione della discriminazione sulle donne. Le sue risposte, colme della sua esperienza personale, hanno anche riportato alcuni episodi di vita con il maestro Daisaku Ikeda. Potete leggere l’intervista nella sezione “<a href="https://ilnuovorinascimento.org/c/interviste" target="_blank" rel="noreferrer noopener">interviste</a>” scorrendo verso il basso nella home page del sito oppure in “<a href="https://ilnuovorinascimento.org/numeri-precedenti" target="_blank" rel="noreferrer noopener">numeri precedenti</a>”, la trovate al numero 930 di NR.&nbsp;



Frankie: «Adesso tocca a voi! Prima di salutarci infatti, vogliamo coinvolgervi direttamente in questo podcast. iNRassegna vuole essere uno spazio vivo e utile per tutti: per questo vi invitiamo a scriverci cosa vorreste ascoltare in questo podcast — temi, rubriche, interviste… Avete un argomento che vi sta a cuore? Una domanda sulla pratica o sui contenuti della rivista? Mandateci le vostre idee o curiosità e vi risponderemo già nella prossima puntata. Scriveteci all’indirizzo <a href="mailto:nuovo.rinascimento@sgi-italia.org" target="_blank" rel="noreferrer noopener">nuovo.rinascimento@sgi-italia.org</a> indicando nell’oggetto “iNRassegna”.



E, come sempre, vi ricordo che sul nostro sito trovate tantissimi strumenti per restare aggiornati: gli articoli in versione <a href="https://ilnuovorinascimento.org/audio-nr" target="_blank" rel="noreferrer noopener">audio</a>, la <a href="https://ilnuovorinascimento.org/newsletter" target="_blank" rel="noreferrer noopener">newsletter</a> settimanale e il campo di <a href="https://ilnuovorinascimento.org/ricercaAvanzata" target="_blank" rel="noreferrer noopener">ricerca</a> che vi permette di ritrovare in pochi secondi qualsiasi contenuto, dalle esperienze agli editoriali.



Infine, se ancora non siete abbonati, vi invito a farlo: con un <a href="https://servizi.sgi-italia.org/abbonamenti" target="_blank" rel="noreferrer noopener">abbonamento</a> digitale o cartaceo + digitale potrete leggere Il Nuovo Rinascimento e Buddismo e Società, accedere all’intero archivio storico e ai contenuti audio riservati. È un modo semplice ed efficace per restare sempre connessi al nostro grande movimento per kosen-rufu!



Siamo davvero ai saluti! Grazie per averci ascoltato e grazie a Lucrezia!



Lucrezia: Grazie Frankie! Ciao a tutte e tutti e alla prossima settimana!&nbsp;



Frankie: «Aspettiamo allora le vostre mail! Nel frattempo seguiteci sui nostri canali social per non perdere nessuna novità, e ci ritroviamo qui venerdì prossimo con una nuova puntata di <a href="https://ilnuovorinascimento.org/m/inrassegna" target="_blank" rel="noreferrer noopener">iNRassegna</a>».

Pratico il Buddismo di Nichiren dal 16 febbraio 2021, e considero questa la mia vera data di nascita perché da quel momento la mia vita ha iniziato a fiorire. È stata mia madre, all’epoca non praticante, a parlarmi per la prima volta di Nam-myoho-renge-kyo. Sto scrivendo questa esperienza nella tenuta di campagna nella quale vivo vicino ai miei genitori e a mio fratello, con un sottofondo di cicale, un meraviglioso scorcio di tramonto e verdeggiati alberi di ulivo. Ma quella che adesso è la mia “Terra della luce tranquilla” per anni è stato il mio inferno. Sono nata da genitori giovani e ho goduto di tutti gli agi a cui una bambina e un’adolescente possono aspirare. Vivevo in una bella casa, nessuna preoccupazione economica, con i miei quattro nonni vicini, ho potuto diplomarmi, fare sport e coltivare amicizie. Tuttavia ero timida e infelice. A 19 anni sono andata via di casa, non per “spiccare il volo” ma per scappare da una situazione familiare in cui non mi sentivo a mio agio. A 25 anni è nato mio figlio, Cristian, avevo una bella famiglia, un bel lavoro, una vita apparentemente perfetta, ma era tutto “fuori”. All’interno di Ursula c’era l’inferno. Ero sempre arrabbiata, sgarbata, infelice.&nbsp;Mio padre è stato sempre un uomo presente, affidabile, poco incline alle dimostrazioni di affetto ma, essendo simile a lui, la cosa non mi dispiaceva. Provavo invece una profonda insofferenza nei confronti di mia madre, che avevo sempre percepito come distante e sostanzialmente assente.&nbsp;A 35 anni la mia vita subisce un improvviso declino: mi separo, perdo il lavoro e la mia casa va all’asta. Nel disastro incontro un uomo, per la prima volta mi sento amata, stimata, faccio di quella relazione il mio porto sicuro. Ma l’idillio dura poco fino a quando, con un messaggio, mi lascia. Come scrive Nichiren nel Gosho:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Quando una persona ha esaurito la propria fortuna, qualsiasi strategia sarà inutile» (La strategia del Sutra del Loto, RSND, 1, 888)
</blockquote>



A quel punto crollo, il vaso di Pandora a lungo sigillato esplode, la sofferenza dilaga riducendo il mio cuore in pezzi e io cado in una prepotente forma di depressione ed esaurimento. Inizia il periodo più oscuro e doloroso della mia vita, al punto di contemplare l’idea del suicidio, frenata solo dall’idea di lasciare il mio bambino. Un anno dopo una donna parla a mia madre della pratica e le regala un libro per me. Decido di provare. Non appena vedo il Gohonzon me ne innamoro. Quella sera stessa con mio figlio Cristian decidiamo di provare a recitare Nam-myoho-renge-kyo. I primi benefici sono strabilianti, ricomincio subito a dormire e a mangiare.  In piena pandemia decido di ricevere il Gohonzon. Alla cerimonia di apertura, oltre a mia madre e a mio figlio, sono presenti mio padre e mio fratello. Dopo pochi mesi, con una grande esperienza di fede riesco a salvare la nostra casa all’asta, e anche a trovare un nuovo lavoro. Mi trasferisco nella villa bifamiliare che anni prima i miei genitori avevano costruito per me e mio fratello - in realtà l’ultimo posto al mondo dove sarei voluta andare… ma la mia vita mi riportava lì. Pochi mesi dopo una donna alla quale avevo fatto shakubuku riceve il Gohonzon, e nel 2023 mio figlio diventa membro. Nonostante queste incredibili esperienze, i rapporti con mia madre – essendo diventate anche vicine di casa – diventano sempre più aspri e nutro rabbia e rancore nei suoi confronti. Al termine di uno dei nostri più agguerriti scontri decido che se voglio creare valore nella mia vita devo risolvere i problemi con la mia famiglia di origine. Inizio così a recitare Daimoku per mettere in pratica la prima delle cinque guide eterne della Sokka Gakkai: “Fede per una famiglia armoniosa”. La famiglia Soka è sempre pronta a sostenermi, il Gosho e gli scritti dei nostri maestri mi incoraggiano a non mollare. Continuo a fare shakubuku, attività centralino al Centro culturale, l’offerta per kosen-rufu, e leggo La nuova rivoluzione umana rafforzando sempre di più il legame con il mio maestro, il quale scrive: 



<blockquote class="wp-block-quote">
«Ogni occasione, ogni apparente sconfitta, ogni situazione contiene già il seme della vittoria»&nbsp;(NR, 871)
</blockquote>



Quindi bisogna continuare ad innaffiare questo seme sempre, qualsiasi cosa accada. Continuo a recitare Daimoku per sciogliere la sofferenza, per riuscire a provare gratitudine nei confronti di mia madre e comprendo che la rabbia che provo per lei in realtà non è altro che rabbia nei confronti di me stessa, della mia vita. La mia pratica da quel momento fa un balzo in avanti, sembra che mia madre abbia cambiato atteggiamento, ma so che è uno specchio del mio cambiamento interiore. Mio fratello, con il quale non avevo mai avuto un rapporto, torna a vivere vicino a noi, e anche con lui riesco a creare un rapporto speciale. Poco dopo, vedendo il mio cambiamento, inizia a partecipare alle riunioni buddiste. Alla cerimonia di Gongyo di Capodanno decido che quello sarà l’anno in cui realizzerò tutti i miei obiettivi, e così i miei desideri per&nbsp;kosen-rufu,&nbsp;messi davanti al Gohonzon, uno a uno iniziano a materializzarsi. Ad aprile 2025 inizio a fare attività come responsabile di gruppo, mio figlio partecipa alla sua prima riunione giovani e la sua squadra vince il campionato di pallanuoto&nbsp;under 18… Intanto un uomo al quale avevo fatto&nbsp;shakubuku&nbsp;anni prima inizia a praticare e mia madre decide di ricevere il Gohonzon, sostenuta con gioia da mio padre che le costruisce il mobiletto per custodirlo, così come aveva fatto per me a suo tempo.&nbsp; Ho capito che tutto ciò che cercavo fuori di me era qualcosa che doveva essere colmato dentro il mio cuore. Continuo a recitare Daimoku affidandomi per trasformare il mio senso di solitudine in libertà. Mi innamoro ogni giorno di più del Gohonzon, di me stessa e della mia vita, con tutte le sue ombre e le sue luci. In fondo, in cosa consiste la vera vittoria? Toda disse:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Vincere o perdere sono entrambi parti della vita, ma io prego il Budda per la vittoria finale» (NR, 824)
</blockquote>



In questa lotta interiore tra oscurità e Buddità, solo chi vince su se stesso è veramente felice. Mi affido sempre di più al Gohonzon per diventare il sole splendente della mia famiglia, e la vita risponde, sempre.

<blockquote class="wp-block-quote">
«Affidatevi alla Legge e non alla persona» è una frase del Sutra del Nirvana - citata da Nichiren Daishonin in vari Gosho - con la quale Shakyamuni lasciò una chiara indicazione ai suoi discepoli affinché portassero avanti correttamente l’insegnamento dopo la sua morte. Quando Ananda domandò a Shakyamuni su cosa avrebbero dovuto basare la loro pratica dopo la sua scomparsa, lui rispose:&nbsp;«Ananda, fai di te un’isola e dipendi da te stesso. Non dipendere da altri, ma fai della Legge un’isola e dipendi dalla Legge» (La saggezza del Sutra del Loto, 2, 226)
</blockquote>



Le ultime parole di Shakyamuni furono dunque una chiara esortazione a creare una relazione diretta con la Legge mistica, cercandola dentro di sé.&nbsp;Naturalmente “dipendi da te stesso” non vuol dire dipendi dal tuo piccolo io, sappiamo bene quanto poco affidabile sia la nostra mente influenzata dal karma e preda dei tre veleni. Significa piuttosto fare della Legge alla quale tutti i Budda si sono illuminati la nostra maestra, così come fece Shakyamuni. Nonostante questa indicazione, dopo la morte di Shakyamuni molti discepoli cominciarono ad allontanarsi dall’insegnamento corretto e sorse la tendenza a vedere il Budda come un essere superiore, separato dalle persone comuni, e il conseguimento della Buddità come qualcosa di irraggiungibile in questa esistenza.&nbsp;Fu Nichiren Daishonin che, ritornando all’essenza dell’insegnamento di Shakyamuni esposto nel Sutra del Loto, rivelò la pratica di recitare Nam-myoho-renge-kyo, il nome della Legge mistica, come mezzo concreto attraverso cui ogni persona, in ogni epoca, può risvegliare la natura di Budda.&nbsp;Nichiren concretizzò questa Legge fondamentale dell’universo nel Gohonzon, offrendo così alle persone comuni la possibilità di riconoscerla dentro la propria vita come in uno specchio limpido, e quindi di manifestarla.&nbsp;



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Non cercare fuori di te</h5>



Consapevole della tendenza degli esseri umani a vedere la Legge come qualcosa di esterno, Nichiren ammonisce spesso i suoi discepoli a non cercare l’Illuminazione al di fuori di sé, perché in questo modo tutto sarebbe inutile «come se un povero stesse giorno e notte a contare le ricchezze del suo vicino, senza guadagnare nemmeno mezzo centesimo» (Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 4). A questo proposito, il maestro Ikeda indica diversi atteggiamenti quotidiani nei quali è facile scivolare, con il risultato di cercare la Legge “al di fuori di sé”:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Per esempio, se recitiamo Daimoku davanti al Gohonzon ma accusiamo sempre gli altri o il nostro ambiente per ciò che ci accade, stiamo evitando la sfida di affrontare la nostra oscurità interiore o ignoranza, e così facendo ricerchiamo l’Illuminazione al di fuori di noi. È cambiando noi stessi a un livello più profondo che possiamo iniziare a migliorare la nostra situazione, e la preghiera è la forza motrice di questo cambiamento» (Daisaku Ikeda,&nbsp;Lezione su Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, Esperia, pag. 49)
</blockquote>



Senza lottare con la nostra oscurità non possiamo realizzare la nostra rivoluzione umana. Questo sforzo incessante di perfezionare la nostra vita è il nucleo essenziale della pratica buddista, perché solo vincendo sulla nostra oscurità possiamo rivelare pienamente il nostro potenziale.&nbsp;



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Una fede salda e indipendente</h5>



Il maestro Ikeda ci ricorda che per sviluppare una fede solida e indipendente è fondamentale mettersi degli obiettivi e sfidarsi per realizzarli. Chiarendo i nostri scopi e perseguendoli con tenacia attraverso la preghiera al Gohonzon possiamo sviluppare una fede sempre più salda.&nbsp;Inoltre è importante studiare gli insegnamenti di Nichiren e del maestro Ikeda cercandovi le indicazioni concrete da mettere in pratica per affrontare al meglio le situazioni.&nbsp;Una fede indipendente si costruisce attraverso uno sforzo perseverante di sfidare i propri limiti e avanzare nella propria rivoluzione umana mentre aiutiamo gli altri a fare lo stesso.&nbsp;Il Buddismo insegna che la causa determinante per la felicità è lo stato vitale. Le circostanze esterne sono mutevoli e impermanenti, ma quando stabiliamo un solido stato di felicità interiore, nulla potrà distruggerlo.&nbsp;Quindi condurre una vita basata sull’infinito potere della Legge mistica significa in ultima analisi consolidare uno stato vitale che non si lascia influenzare dalle circostanze esterne.&nbsp;A questo proposito Nichiren scrive:&nbsp;



<blockquote class="wp-block-quote">
«L’uomo saggio merita di esser chiamato tale perché non si lascia sviare dagli otto venti: prosperità, declino, onore, disonore, lode, biasimo, sofferenza e piacere. Non si esalterà nella prosperità né si lamenterà nel declino. Gli dèi celesti sicuramente proteggeranno chi non si piega di fronte agli otto venti» (Gli otto venti, RSND, 1, 705)
</blockquote>



<figure class="wp-block-image aligncenter size-full is-resized"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/5884264977349593604-1-dimensioni-medie-edited.jpeg" alt="" class="wp-image-58388" style="width:409px;height:auto"/><figcaption class="wp-element-caption">Foto di Alessandra Fornasiero </figcaption></figure>



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Affidarsi alla Legge</h5>



Lo scopo della pratica buddista è sviluppare una fede indipendente, profondamente radicata nella Legge. E per poterlo fare è indispensabile la relazione con il maestro.&nbsp;Non dobbiamo farci dominare dalla nostra mente illusa di persone comuni, incostante, debole, preda dell’emotività e in continuo mutamento. Per diventare “maestri della nostra mente” occorre guidarla nella direzione giusta, e la vera maestra della mente è la Legge mistica, l’insegnamento del Budda. Nichiren scrive:&nbsp;



<blockquote class="wp-block-quote">
«Nelle sue ultime istruzioni prima di morire il Budda disse: “Affidatevi alla Legge e non alla persona”. Vuol dire che se ciò che una persona dice non concorda con ciò che è esposto nei sutra, non si dovrebbe crederlo, indipendentemente dall’eminenza della persona» (Sulla recitazione del Daimoku del Sutra del Loto,&nbsp;RSND, 2, 210)
</blockquote>



È un chiaro ammonimento a non dipendere e a non farsi influenzare da persone che potrebbero deviare dall’insegnamento corretto. Nichiren qui si riferisce alle scuole in auge ai suoi tempi, ma questo ammonimento vale sempre, per tutti noi, come esortazione a cercare la correttezza dell’insegnamento attingendo direttamente alle fonti, nel nostro caso al Gosho e agli scritti del maestro Ikeda.&nbsp;“Affidarsi alla Legge” significa in sostanza affidarsi al Sutra del Loto. Concretamente, “non alla persona” indica che nel nostro percorso di pratica buddista dovremmo diffidare di messaggi o presunti incoraggiamenti che non rispecchiano lo spirito dei maestri, diffidare di chi tende a creare legami di dipendenza o assume atteggiamenti di superiorità, basati sul carisma personale, attirando le persone verso di sé.&nbsp;A volte noi stessi tendiamo a vedere la persona che ci ha trasmesso il Buddismo, oppure un compagno/a di fede che ha più esperienza di noi come “maestri”. Ma a prescindere dagli anni di pratica e dal ruolo che ricopriamo nell’organizzazione, siamo tutti discepoli alla pari che hanno deciso di avanzare uniti sul sentiero di&nbsp;kosen-rufu, e proprio per questo non dovremmo mai permettere a nessuno di atteggiarsi a intermediario tra noi e il maestro.&nbsp;Rispetto a questo Nichiren ammonisce:&nbsp;



<blockquote class="wp-block-quote">
«Ma tu dovresti rispondere che, se tali maestri vanno contro ciò che affermano i sutra del Loto e del Nirvana, non andrebbero seguiti. Questo perché il Budda ha lasciato le auree parole: “Affidatevi alla Legge, non alla persona”» (Sulla protezione del paese, RSND 2, 146)
</blockquote>



Al tempo stesso è bene vigilare su se stessi per evitare atteggiamenti egocentrici e personalismi nella fede.&nbsp;Ad esempio, nel sostenere una persona in difficoltà dovremmo avere cura di incoraggiarla ad approfondire la sua fede attingendo direttamente “alla fonte”, ovvero agli scritti di Nichiren e del maestro Ikeda, sperimentando in prima persona il potere del Gohonzon in modo da poter verificare autonomamente il funzionamento della Legge nella propria vita.&nbsp;Un altro aspetto importante è non farsi influenzare negativamente dalle incomprensioni che possono sorgere tra compagni di fede.&nbsp;Le relazioni umane sono complesse e mutevoli, ma ciò che conta è proteggere la nostra fede e non farci deviare da eventuali comportamenti discutibili o delusioni.&nbsp;Ognuno di noi ha il suo karma e inevitabilmente vive e interpreta le situazioni in base ad esso.&nbsp;Solo la Legge è assoluta, e la relazione con il maestro, il cui unico desiderio è appunto quello di mettere ogni persona direttamente in contatto con la Legge inerente alla propria vita, in modo di poter realizzare la propria rivoluzione umana e diventare felice.



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Seguire la Legge significa dedicarsi a&nbsp;kosen-rufu</h5>



Nel Buddismo dunque un maestro è colui che guida le persone insegnando loro che la Legge dalla quale dovrebbero dipendere esiste nella loro stessa vita. I discepoli, a loro volta, cercano il maestro che incarna la Legge ed è una sola cosa con essa e, prendendolo come modello, si impegnano nella pratica buddista. Così facendo conducono un’esistenza che consente di diventare “maestri della propria mente”. In altre parole, l’esistenza di un maestro che incarna la Legge vivendo in totale accordo con essa, è indispensabile per conseguire la Buddità in questa esistenza. Per noi i nostri maestri eterni sono Nichiren Daishonin e i tre presidenti fondatori della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, Josei Toda, Daisaku Ikeda. La mente illusa delle persone comuni vacilla costantemente, perciò non dobbiamo farne la nostra base o la nostra guida. Il Daishonin sottolinea questo punto nel famoso passo in cui incoraggia i suoi discepoli a «diventare maestri della propria mente e non lasciare che la mente sia la propria maestra» (dal Sutra delle Sei paramita). Farsi dominare dalla propria mente significa vivere in modo egocentrico, farsi trascinare qua e là da una mente che vacilla, finire preda dell’egoismo e sprofondare nell’oscurità. Al contrario, diventare “maestri della propria mente” significa vivere basandosi sulla Legge. Perciò, in ultima analisi “affidarsi alla Legge” significa compiere la propria rivoluzione umana, dedicarsi con tutto il cuore alla felicità delle persone e realizzare kosen-rufu. A questo proposito Ikeda Sensei spiega:



<blockquote class="wp-block-quote">
«L’orbita di&nbsp;kosen-rufu&nbsp;è, in un certo senso, la Legge. Seguendo la Legge conseguiamo la Buddità e realizziamo la nostra rivoluzione umana. La relazione tra la propria Illuminazione individuale e&nbsp;kosen-rufu&nbsp;è come quella tra la rotazione e la rivoluzione di un pianeta. Chi ha una pratica egoistica è come un pianeta che ruota solo intorno al proprio asse. Sebbene goda di buone circostanze, finirà per andare fuori ritmo e si ritroverà solo e isolato. Dobbiamo basarci sulla Legge, non su noi stessi. Questo è il principio di dipendere dalla Legge e non dalla persona» (La saggezza del Sutra del Loto, 3, 318)
</blockquote>



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Il sentiero di maestro e discepolo</h5>



Se nel nostro viaggio di fede camminiamo saldi sul sentiero di non dualità di maestro e discepolo mantenendo un costante spirito di ricerca, saremo in grado di vivere in accordo con la Legge e potremo aiutare anche gli altri a fare lo stesso.&nbsp;Essere uniti al nostro maestro significa fare nostro il voto di&nbsp;kosen-rufu, recitare in unità di intenti con i compagni di fede e agire per incoraggiare ogni persona con tutto il cuore.&nbsp;Il presidente Ikeda afferma:&nbsp;



<blockquote class="wp-block-quote">
«Proteggere la Soka Gakkai, la sola che oggi si dedica a&nbsp;kosen-rufu, significa proteggere l’umanità. I suoi membri, che stanno diffondendo la Legge mistica, sono tesori dell’umanità. Non lo dico per vanagloria o arroganza, lo dice il Sutra del Loto. Quando ci risvegliamo pienamente a questa nobile missione, la nostra vita subisce una completa trasformazione» (Ibidem, 335)
</blockquote>



<figure class="wp-block-image aligncenter size-full is-resized"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/5884264977349593606-dimensioni-medie.jpeg" alt="" class="wp-image-58385" style="width:415px;height:auto"/><figcaption class="wp-element-caption">Foto di Shingo Sugimoto </figcaption></figure>

Cari amici e amiche, in occasione dell'anniversario della Dichiarazione contro le armi nucleari di Josei Toda (8 settembre 1957), domenica 7 settembre possiamo recitare Daimoku insieme in tutta Europa dalle 11 alle 12.    Recitiamo Daimoku come il ruggito del leone, mettendo in pratica questo incoraggiamento del maestro Ikeda di: «avvolgere la Terra, il nostro pianeta azzurro, in un ancor più grande turbine di Daimoku, il suono che esprime il ritmo fondamentale dell'universo» (NR, 549)



<figure class="wp-block-image aligncenter size-full is-resized"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/09/daimoku-europeo-7-settembre-dimensioni-medie.jpeg" alt="" class="wp-image-58398" style="width:524px;height:auto"/></figure>