Studenti e studentesse protagonisti della mostra “L’eredità della vita”

3 maggio: rinnoviamo il nostro voto con fresca determinazione

Come trasformare la lamentela in gratitudine?

Attività ed eventi della Soka Gakkai Internazionale

Nasce la Fondazione “Be The Hope”: la Soka Gakkai italiana implementa le sue azioni sociali

Superiamo gli ostacoli e  apriamo la strada

28 aprile 1253, proclamazione di Nam-myoho-renge-kyo

L’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai al funerale di Papa Francesco

Un’economia per le persone: conversazioni su educazione, economia e pace

Donne e Giovani donne insieme per festeggiare gli anniversari di giugno

Ancora più felice insieme agli altri

Valentina: Buongiorno Giulia, dopo aver svolto attività volontaria al tuo fianco in uno dei licei di Roma dove il progetto educativo di Cambio io, cambia il mondo è stato proposto, ho il piacere di intervistarti per scoprire di più su questa iniziativa. Da dove comincia la storia che ha portato la mostra “L’eredità della vita” nelle scuole?



Giulia: Sin dall’inizio l’intenzione è stata di portare la mostra a più persone possibile e quindi anche a studentesse e studenti. Le prime attività in una scuola si sono tenute tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, utilizzando la mostra in formato digitale. È stata un’esperienza molto positiva: alcuni docenti hanno continuato a utilizzare i nostri materiali per le attività didattiche. La cosa ci ha fatto piacere e ci ha portati a chiederci, in previsione dell’anno successivo, come portare il messaggio della campagna nelle scuole in modo che rispondesse ai bisogni di insegnanti e studenti. Così abbiamo creato un piccolo gruppo di lavoro da cui è uscita una proposta didattica, articolata in uno o tre incontri, che abbiamo offerto ad alcune scuole con cui avevamo stretto legami in occasione dell’esposizione della mostra.



Valentina: Sembra una storia che coinvolge molti attori differenti. Che ricchezza! Sarei curiosa di approfondire qual è per te il messaggio della campagna. Diresti che hai cambiato idea in corso d’opera, durante quest’anno di attività nelle scuole?



Giulia: È difficile riassumere qualcosa di così ampio e profondo in poche parole… La mia comprensione cambia man mano che approfondisco quanto Ikeda Sensei ha fatto e scritto nell’ambito della sostenibilità e del cambiamento climatico. Pensando alla sua Proposta per l’ambiente, credo che la chiave sia condividere apertamente quello che sta accadendo al nostro pianeta, esplorare le relazioni tra cause ed effetti e, grazie a questo, risvegliarci a tutto quello che possiamo fare per dare una direzione diversa. Diversa, intendo, dal riscaldamento globale e dalla distruzione continua degli ecosistemi che caratterizza questo momento storico. Possiamo ispirarci attraverso le storie raccontate dai pannelli della mostra, e attraverso le esperienze di chi ci guida quando la visitiamo. La cosa importante è proprio risvegliarci al nostro potenziale e trasformare la preoccupazione in determinazione ad agire, creando vite ancor più ricche e poetiche.



Valentina: Dalle tue parole emerge il forte senso di speranza che ho percepito sia partecipando alla formazione online, sia stando con te in aula. Come ha ricordato durante la formazione Stella Bianchi - direttrice esecutiva della campagna “Cambio io, cambia il mondo" - rispetto a tanti altri movimenti ambientalisti la specificità della prospettiva buddista è porre l’accento sul cambiamento interiore, che non può avvenire senza un senso di responsabilità, di missione e di speranza. A tal proposito, ho trovato molto efficaci le modalità con cui la mostra è stata portata nelle scuole. Ti va di raccontarle ai nostri lettori e lettrici?



Giulia: Certo, con piacere! Per me uno dei punti di partenza nel preparare le attività sono state le parole di Makiguchi in un testo che ho studiato per il mio dottorato a DePaul University. In un manuale per docenti pubblicato nel 1912, Makiguchi scrive che pensare agli studenti come a “fogli bianchi” è un errore fondamentale e uno svilimento crudele. (Andrew Gebert, “The role of community studies in the Makiguchian pedagogy”, Educational Studies, 45 (2009), pp. 146-164: 150). In tante cose gli studenti sono spesso più esperti anche dei loro professori. Questo mi ha portata a chiedermi come fare per mobilitare quello che i ragazzi già sanno, che è tantissimo, sul tema della crisi climatica. Insieme a esperti sul tema abbiamo creato attività interattive per rendere gli studenti protagonisti, e non spettatori, della mostra “L’eredità della vita”. Questo significa che spesso in classe, ponendo le giuste domande, sono proprio gli studenti a raccontarci il contenuto dei pannelli!



Valentina: Infatti in classe camminavamo tra i banchi, facevamo domande agli studenti e abbiamo anche proposto qualche gioco per coinvolgerli, come unire tutta la classe in base a interessi comuni, collegandoci con un filo colorato. Questo era il primo di tre incontri. Che cosa è successo dopo che gli studenti hanno visitato la mostra in una maniera attiva e dinamica? 



Giulia: Per il secondo incontro ci siamo ispirati alla Proposta del 2016, Il rispetto universale della dignità umana: la grande strada che porta alla pace, in cui Sensei parla di quello che Makiguchi definiva il ‘coraggio di mettere in pratica’:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Per lui il vero obiettivo dell’educazione consisteva nello sviluppare l’abitudine a scoprire opportunità per applicare la conoscenza acquisita e ottenere il massimo effetto attraverso l’azione concreta. A tal fine ciò che occorre, più che limitarsi a fornire le risposte giuste, è “far vedere ai bambini gli ambiti in cui possono applicare ciò che hanno imparato, e concentrare la loro attenzione su questo”. […] Tale coraggio è ciò che impedisce di venire sopraffatti dalle circostanze e permette invece di creare il tipo di futuro che si desidera» (Daisaku Ikeda, Il rispetto universale della dignità umana: La grande strada che porta alla pace. Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, 2016, pp. 19-20)
</blockquote>



Secondo Ikeda è fondamentale che l’educazione aiuti le persone ad allenare questo coraggio, per tradurre quello che imparano in capacità di agire. Cerchiamo di offrire un’opportunità di questo tipo durante il secondo incontro, in cui studentesse e studenti lavorano a gruppi: dopo aver analizzato le questioni cruciali in tema di sostenibilità nel loro territorio e nella loro scuola, lavorano assieme per ideare delle proposte di intervento. Nel terzo incontro ciascun gruppo presenta il proprio lavoro e si discute insieme ragionando sull’esperienza, dall’inizio alla fine. Ciascuno ha uno spazio per riflettere su come è coinvolto nella crisi climatica, e che cosa può fare per intervenire. Un passo dopo l’altro sono sempre più gli studenti a prendere le redini, tant’è vero che la discussione del terzo incontro è moderata in gran parte da loro, che sperimentano direttamente come dialogare in modo proficuo.



Valentina: Mi ricordo che durante la formazione molti volontari avevano espresso delle riserve sulla fattibilità di queste attività. Sembravano attività un po’ troppo ambiziose e troppi materiali per tre incontri soltanto. Sono curiosa: in quante classi siete riusciti a portarle a termine?



Giulia: In tutte le classi, per fortuna! Abbiamo lavorato con ragazzi delle medie e delle superiori, per cui abbiamo adattato il percorso alle diverse età. Il punto cruciale, nella mia esperienza, è porre le domande giuste e lavorare con una struttura efficace. Abbiamo usato uno strumento di ‘design thinking’ che divide il compito complesso di analizzare i problemi e individuare delle soluzioni in passaggi semplici e fattibili anche per ragazzi molto giovani. Spesso i ragazzi stessi erano scettici all’inizio del percorso. Alla fine della sessione, però, erano sorpresi di aver individuato delle soluzioni così ben pensate. Un ragazzo ha commentato: “È stato gratificante. Spesso veniamo considerati troppo piccoli per confrontarci con problemi reali”.



Valentina: Sembra proprio che l’obiettivo di risvegliare ognuno al proprio potenziale sia stato raggiunto. Sarebbe bello sapere che cosa pensano gli studenti delle attività che hanno svolto. Hai raccolto le loro impressioni?



Giulia: Registrare riflessioni e impressioni di studentesse e studenti è parte delle attività previste. Grazie a dialoghi e commenti in forma scritta abbiamo raccolto tanto materiale. È difficile scegliere! Ti leggo alcune risposte che riflettono il sentire più diffuso. Alla domanda “che cosa ti ha interessato/-a di più?” i ragazzi hanno risposto “sviluppare un’idea per risolvere un grande problema assieme ai miei compagni”; oppure “pensare a dei problemi attuali di cui spesso non ci rendiamo conto perché riguardano la vita di tutti i giorni”; e ancora “mi ha interessato molto l’idea che il cambiamento comincia dentro di noi. Se cambiamo il nostro modo di pensare e agire, possiamo fare la differenza nel mondo, anche con piccoli gesti locali”.



Valentina: Wow, gli studenti, sentendosi coinvolti, si sono davvero messi in gioco grazie a questa esperienza.



Giulia: È così. Quello che è successo in classe è andato molto oltre le aspettative. Se gli incontri sono andati in questo modo è stato grazie al Daimoku e all’impegno sincero di tantissime persone per cui provo una gratitudine difficile da descrivere a parole. Per me l’aspetto straordinario di questa esperienza è stato sfidarci assieme e imparare gli uni dagli altri: trasmettere il messaggio della campagna ma anche imparare dai ragazzi, dai volontari, dagli insegnanti e dalle altre persone che ho incontrato. Questo rompe ruoli e gerarchie fra chi impara e chi insegna. In qualche modo abbiamo sperimentato l’educazione come “crescita reciproca” di cui parla Sensei in La luce dell’apprendimento (Cfr. Daisaku Ikeda, La luce dell’apprendimento, Esperia, 2023, pagg. ix, 10). Sforzarci di andare oltre ai nostri limiti ha portato grande entusiasmo. Ogni mattina c’era una detonazione energetica… e non era solo dovuta al caffè. In alcune classi le proposte dei gruppi di lavoro sono diventate iniziative che studenti e insegnanti hanno espresso il desiderio di portare avanti in autonomia. In altri casi, la discussione in classe ha portato alla decisione di partecipare (o riprendere a partecipare) a iniziative ambientali locali. Gli insegnanti hanno integrato i materiali e le attività nel curriculum e hanno espresso il desiderio di partecipare nuovamente in futuro. Questa onda di entusiasmo che ha coinvolto docenti, studenti e volontari è stata la cosa più meravigliosa e sorprendente.



Valentina: Si percepisce dalle tue parole la potenza di questa energia. L’anno scolastico si sta avviando alla fine e così, immagino, anche l’attività nelle scuole. Riprenderete a settembre?



Giulia: Per fortuna l’anno non è ancora finito: le attività continuano! Dopo Cesena, Cervia, Roma e Pontassieve, saremo a Livorno nel mese di maggio. Nelle regioni dove le attività si sono già concluse abbiamo raccolto riflessioni e idee da studenti, docenti e volontari, su cui stiamo riflettendo. Ci piacerebbe poter offrire la possibilità di partecipare ad altre scuole in altri luoghi dove la mostra “L’eredità della vita” è stata esposta. Sui nostri canali social condivideremo gli aggiornamenti. Grazie per questa chiacchierata, è stata un’opportunità in più per riflettere e imparare, così come ogni dialogo con volontarie e volontari coinvolti, che ringrazio dal profondo del cuore.



Valentina: Grazie a te, è stata una bella detonazione di energia!



<figure class="wp-block-gallery has-nested-images columns-default is-cropped">
<figure class="wp-block-image size-large"><a href="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/CICIM-scuole-2-913-2.jpg"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/CICIM-scuole-2-913-2.jpg" alt="" class="wp-image-54605"/></a></figure>



<figure class="wp-block-image size-large"><a href="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/CICIM-scuole-3-913-.jpg"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/CICIM-scuole-3-913-.jpg" alt="" class="wp-image-54606"/></a></figure>
</figure>



<a href="#_ftnref1" id="_ftn1"></a>&nbsp;



<a href="#_ftnref1" id="_ftn1"></a>&nbsp;

<h4 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Un giorno pervaso dallo spirito di maestro e discepolo</h4>



Congratulazioni vivissime per questa settima riunione dei responsabili di centro che celebra il 3 maggio, Giorno della Soka Gakkai e Giorno delle madri Soka! Desidero porgere un caloroso benvenuto ai centocinquantasei compagni e compagne di fede provenienti da diciannove paesi e territori del mondo che hanno compiuto un lungo viaggio per essere qui con noi oggi. Quest’anno segna il quarantacinquesimo anniversario dell’istituzione del 3 maggio come Giorno della Soka Gakkai, una data dal profondo significato, che commemora la nomina di Toda Sensei e Ikeda Sensei rispettivamente a secondo e terzo presidente [nel 1951 e nel 1960]. Il Giorno della Soka Gakkai fu istituito ufficialmente nel febbraio del 1980, l’anno dopo le dimissioni di Ikeda Sensei dalla carica di presidente. Il 3 maggio dello stesso anno, dopo aver visitato il Kyushu, Sensei giunse nel Kansai dove guidò una cerimonia di Gongyo: fu il primo evento della Gakkai in cui venne celebrato quel giorno. In quella storica occasione, Sensei diede la seguente guida: «La strada per kosen-rufu è una lotta senza fine contro le funzioni demoniache. Nei suoi scritti, il Daishonin sottolinea l’importanza di proseguire costantemente sul grande sentiero della fede senza essere sviati dagli “otto venti”<a id="_ftnref1" href="#_ftn1">[1]</a>. Essi rappresentano le funzioni che fanno deviare il cuore delle persone e le allontanano dalla fede: tra questi ci sono i profitti immediati, la fama, le lodi, le critiche, le sofferenze, il piacere, e così via. La nostra rivoluzione umana, attraverso la quale coltiviamo l’autocontrollo, è la chiave per stabilire la nostra felicità e far progredire kosen-rufu. Conquistiamo la vittoria sugli “otto venti” con fede risoluta e intraprendiamo nuovi passi pieni di speranza verso il ventunesimo secolo!» (cfr. NRU, 30, 265). Il presidente Ikeda si recò poi in un altro luogo dove molti membri erano accorsi, nonostante non avessero il biglietto di invito, e disse loro: «Voi siete i veri campioni e campionesse di kosen-rufu. Continuiamo ad avanzare insieme!». Quella sera Ikeda Sensei realizzò la grande, celebre calligrafia “3 maggio”, annotando nel margine destro: «Questa data è il punto di origine della Soka Gakkai». Definendo il 3 maggio come il giorno più importante, un vero e proprio “Capodanno della Soka Gakkai”, Sensei affermò con forza che lo spirito di maestro e discepolo costituisce la linfa vitale della Soka Gakkai. Come espressione concreta di questo spirito,<a> </a>Sensei esortò a impegnarsi con tenacia nella fede portando avanti la propria rivoluzione umana «attraverso la quale coltiviamo l’autocontrollo» e dichiarò il suo voto di lottare per l’eternità insieme ai suoi compagni di fede, semplici persone comuni che sono campioni e campionesse di kosen-rufu. Non dimentichiamo mai la determinazione profonda e lo spirito combattivo che animò Sensei nell’istituire il Giorno della Soka Gakkai.



Con l'avvicinarsi del 3 maggio, in quanto fieri discepoli di Ikeda Sensei, consideriamo questo giorno come un nuovo inizio, una grande opportunità per ciascuno di noi di rinnovare il nostro voto con fresca determinazione. Come afferma Nichiren Daishonin: «Un forte vento fa gonfiare il kalakula<a id="_ftnref2" href="#_ftn2">[2]</a>» (RSND, 1, 418). Questo ci ricorda che i venti avversi e le difficoltà sono la prova che stiamo percorrendo il cammino corretto, sono il trampolino di lancio per la nostra rivoluzione umana. Pertanto, come la fenice che si alza in volo, continuiamo ad avanzare senza indietreggiare di un solo passo, qualunque cosa accada. Quanto più forti sono i venti, tanto più espandiamo il nostro stato vitale, e trionfiamo con una vittoria assoluta!



<hr class="wp-block-separator has-alpha-channel-opacity"/>



NOTE



<a href="#_ftnref1" id="_ftn1">[1]</a> Otto venti: Otto condizioni che impediscono di avanzare sul corretto sentiero verso l’Illuminazione. Secondo il Trattato sullo stadio di Buddità gli otto venti sono prosperità, declino, onore, disonore, lode, biasimo, sofferenza e piacere. Nel Gosho Gli otto venti, indirizzato a Shijo Kingo, il Daishonin scrive: «L’uomo saggio merita di esser chiamato tale perché non si lascia sviare dagli otto venti [...]. Gli dèi celesti sicuramente proteggeranno chi non si piega di fronte agli otto venti» (RSND, 1, 705).



<a href="#_ftnref2" id="_ftn2">[2]</a> Kalakula:&nbsp; Insetto mitologico il cui piccolo corpo si gonfia rapidamente con un forte vento, fino a diventare abbastanza grande da inghiottire qualsiasi essere vivente.

<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">"Le lamentele distruggono la felicità e la fortuna, mentre recitare con gratitudine porta felicità a intere generazioni”: questa è una massima della signora Kaneko (La forza del sorriso, esperia, p. 76). Io non riesco sempre a mettere in pratica questo spirito. Perché è così importante e come posso sviluppare questo atteggiamento?</h5>



La lamentela ci priva della forza, crea un ambiente pessimista e ci fa esaurire tutta l’energia creativa. Senza forza creativa tutto si ferma, tutto ristagna. Quando è tutto fermo sembra tutto ineluttabile. Si cade nella trappola di pensare che in fondo non cambierà mai niente. Quante volte abbiamo sperimentato una simile condizione vitale? Se da una parte è cruciale rimanere vigili e aperti per scorgere cosa può essere migliorato, è importante allo stesso tempo fare in modo di non farsi inghiottire da un tale circolo di negatività. Infatti spesso, senza nemmeno accorgercene, passiamo dal “notare che qualcosa può essere migliorato” alla lamentela. Questo accade sia riguardo ad aspetti della nostra vita, sia verso le altre persone o le situazioni che viviamo. Come sempre tutto dipende dal nostro cuore, dalla condizione vitale che stabiliamo. Notare che ciò non va e sentire la spinta per trasformarlo è utile e può generare un cambiamento positivo. Anche condividere con gli altri il proprio punto di vista, aprire discussioni e dialoghi è fondamentale per progredire: cercare di metterci in ascolto degli altri punti di vista senza pregiudizi ci consente di avere nuove prospettive. Allo stesso modo, sostenere e incoraggiare tale visione libera e vivace è una qualità che dovremmo allenare e nutrire costantemente. Sotto un’altra prospettiva, quando siamo noi a ricevere degli appunti potremmo irrigidirci e porci sulla difensiva. Nelle relazioni interpersonali questo atteggiamento però facilmente crea una distanza, e dalle distanze nascono i muri. Per questo, dal punto di vista individuale, è importante non smettere mai di monitorare il proprio cuore: da una parte sentirsi liberi di far emergere dubbi o criticità stando attenti a non cadere nelle spire della sfiducia e della paura di non essere ascoltati (e quindi in un atteggiamento interiore di giudizio e di lamentela); dall’altra, nel momento in cui riceviamo noi stessi degli appunti, ascoltare e accogliere input e consigli senza paura di essere giudicati. Questo tipo di atteggiamento ci permetterà di ascoltare con un cuore aperto quanto ci viene detto, rimanendo più tranquilli e senza sentire l’esigenza di doverci difendere.   Un cuore che rimane accogliente e libero è colmo di speranza. È un cuore che ha la giusta energia per creare valore. Ci siamo sicuramente ritrovati, sia nell’attività buddista che nei diversi ambiti della vita, in situazioni in cui le persone coinvolte nella realizzazione di talune iniziative avessero punti di vista divergenti, con conseguenti scontri o lamentele incrociate. Queste situazioni ci mettono in difficoltà e fanno emergere varie sofferenze e talvolta arriviamo a pensare che sia davvero difficile instaurare un dialogo sincero davanti a tali evidenti differenze di vedute. Eppure, non c’è niente di più soddisfacente in un lavoro di squadra che creare profondo significato e valore partendo da quello che accade insieme ai compagni di avventura, di lotta e di fede. Non solo, questo tipo di esperienze crea dei legami profondi e indissolubili e un ambiente fertile dove tutte le persone si sentono felici e a proprio agio, sostenute nel profondo e incoraggiate a fare sempre meglio! Come possiamo fare in modo di dirigere il nostro cuore verso la creatività e il valore invece che avvolgerlo nella lamentela? Il maestro Ikeda ci incoraggia in questo modo:



<blockquote class="wp-block-quote">
«È il cuore che è importante» (RSND, 1, 889). È davvero una grande verità. Gli esseri umani sono deboli e hanno la tendenza a cadere subito nella&nbsp;lamentela, a non ammettere i propri errori, a provare invidia e a perdersi d’animo. Ma per una persona che ha fede e pratica il Buddismo del Daishonin non è così: smette di lamentarsi e di criticare, si sente rivitalizzata e sviluppa la forza per vivere a pieno la propria vita. Il suo cuore è pieno di gratitudine» (NR, 895)
</blockquote>



A proposito della gratitudine, antidoto alla lamentela, il presidente Ikeda afferma:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Poiché siamo tutti interconnessi, quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo e agiamo con uno spirito rinnovato basato sulla&nbsp;gratitudine, possiamo trasformare il nostro ambiente e influenzare positivamente coloro che ci circondano. L'origine dipendente è un principio di speranza che conduce alla rivoluzione umana, alla pace nel mondo» (BS, 154, 56)
</blockquote>



Vorrei condividere una breve esperienza in merito fatta sul posto di lavoro. In questo momento della vita mi trovo a ricoprire un ruolo di responsabilità per il quale devo gestire diversi ambiti, dall’organizzazione delle risorse umane, agli acquisti, alle questioni fiscali, oltre a quelle cruciali di relazione con le famiglie dei miei studenti. Chiaramente lo sforzo è tanto, così come il desiderio di far bene poiché dal mio lavoro dipende la cura percepita e vissuta da molte persone. Questa concentrazione mi ha portato però a irrigidirmi tutte quelle volte che, all’inizio di questa avventura, ricevevo appunti o riscontri non del tutto positivi. Nel cuore vivevo una forte frustrazione poiché sebbene mi sforzassi al massimo delle capacità, mi sembrava che fuori questo sforzo non solo non si vedesse, ma non avesse proprio alcun impatto. Cominciai a recitare ancora più Daimoku determinata a influenzare il mio ambiente e subito mi resi conto che la sofferenza emergeva per una semplice questione egoica: ma come fanno a non riconoscere i miei sforzi? Seppur il mio cuore fosse puro, alla fine ero caduta nel bisogno di riconoscimento personale. In questo modo ogni appunto era come una critica diretta alla mia persona. Espandendo la condizione vitale grazie alla preghiera e stabilendo nuovamente l’obiettivo, in un istante la prospettiva è cambiata e anche il mio atteggiamento è passato da una posizione di difesa e di lamentela a un cuore aperto al dialogo. Questo mi ha permesso di instaurare relazioni nuove e consolidarne altre già esistenti sulla base del confronto reciproco e del dialogo autentico. Inoltre, anche con i miei colleghi più vicini si è creata un’unione di intenti e di azioni così forte che ormai è riconosciuto da tutti che la nostra forza stia proprio nel gruppo coeso che abbiamo creato e che continuiamo a nutrire tutti i giorni, tutti con la propria opinione e sensibilità ma ognuno a proprio agio e libero di esprimersi e mettersi costantemente in discussione! In qualche modo, grazie alla sofferenza che provavo per ciò che emergeva dal mio ambiente, ho potuto prima di tutto vincere dentro me stessa. Come afferma la signora Kaneko: «Le lamentele distruggono la felicità e la fortuna, mentre recitare con gratitudine porta felicità a intere generazioni» (La forza del sorriso, Esperia, p.79).

<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Si è tenuta in India la mostra “Seeds of Hope &amp; Action”</h5>



Il 6 marzo si è tenuta presso un college dell'Università di Delhi la mostra “Seeds of Hope &amp; Action” (“Semi di speranza e azione”), un'iniziativa congiunta della Carta della Terra e della SGI. Si è trattato della 220ª esposizione della mostra nel paese, alla quale hanno partecipato circa 300 studenti e funzionari universitari.



<hr class="wp-block-separator has-text-color has-primary-color has-alpha-channel-opacity has-primary-background-color has-background"/>



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Donazione della Soka Gakkai all'UNHCR a sostegno dell'assistenza umanitaria in Myammar</h5>



Il 15 aprile la Soka Gakkai ha donato quattro milioni di yen (circa 25mila euro) all'UNHCR e alla Japan Platform, una partnership di ONG e altre organizzazioni, per sostenere l'assistenza umanitaria in Myanmar, a seguito del recente terremoto di magnitudo 7,7 che ha colpito il paese. Il 9 e 10 aprile alcuni rappresentanti della Soka Gakkai hanno visitato gli uffici di Tokyo di entrambe le organizzazioni e sono stati informati sulle attività di soccorso attualmente in corso.



<hr class="wp-block-separator has-text-color has-primary-color has-alpha-channel-opacity has-primary-background-color has-background"/>



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Inaugurata una nuova mostra presso la Casa letteraria di Victor Hugo in Francia</h5>



<figure class="wp-block-image aligncenter size-full is-resized"><a href="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/SGInews-VictorHugo-912.jpg"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/SGInews-VictorHugo-912.jpg" alt="" class="wp-image-54504" style="width:486px;height:auto"/></a></figure>



Il 7 marzo, presso la Casa letteraria di Victor Hugo di Bièvres, vicino a Parigi, fondata dal presidente Ikeda, è stata inaugurata la nuova mostra “Victor Hugo e Les Misérables (I Miserabili), dalla realtà all’ideale”. Alla cerimonia di apertura hanno partecipato la sindaca di Bièvres Anne Pelletier-Le Barbier e i funzionari dei comuni limitrofi. In mostra anche una prova di stampa dell’opera Les Misérables (I miserabili) con le correzioni scritte a mano da Hugo, un tesoro nazionale francese, oltre a 18 documenti provenienti dalla collezione della Maison de Victor Hugo a Parigi. La mostra durerà fino al 30 novembre 2025.



<hr class="wp-block-separator has-text-color has-primary-color has-alpha-channel-opacity has-primary-background-color has-background"/>



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">I giovani della SGI Venezuela stanno portando avanti attività per la sensibilizzazione ambientale</h5>



<figure class="wp-block-image aligncenter size-full is-resized"><a href="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/SGInews-Venezuela-912.jpg"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/SGInews-Venezuela-912.jpg" alt="" class="wp-image-54505" style="width:486px"/></a></figure>



Il 15, 16, 22 e 23 marzo, i giovani della SGI Venezuela hanno partecipato ad attività di sensibilizzazione ambientale in collaborazione con altre 14 organizzazioni. Queste attività si sono svolte in diverse città, tra cui Caracas, Mérida, Maturín, Barquisimeto e Puerto La Cruz. Si sono tenuti workshop, dibattiti, attività di piantumazione di alberi e interventi di pulizia lungo i letti dei fiumi e nei parchi. Inoltre, in dieci località del Paese è stata esposta la mostra “Seeds of Hope &amp; Action (“Semi di speranza e azione”), un'iniziativa congiunta della Carta della Terra e della SGI.



<hr class="wp-block-separator has-text-color has-primary-color has-alpha-channel-opacity has-primary-background-color has-background"/>



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Nominata la nuova presidente dell'Università Soka in Giappone</h5>



Il 2 aprile, l'Università Soka e il College femminile Soka hanno tenuto una cerimonia congiunta per dare inizio al nuovo anno accademico a Hachioji, Tokyo. Il dottor Zosimo M. Battad, rettore dell'Università dell'Est nelle Filippine, ospite dell’evento, ha rivolto un messaggio di congratulazioni agli studenti. Alla cerimonia ha partecipato anche Mika Suzuki, neo-presidente dell'Università Soka che succede a Masashi Suzuki, ora consulente dell'università. Mika Suzuki è la prima donna ad assumere la presidenza dell'università dalla sua fondazione, nel 1971. Avvocata abilitata sia in Giappone che a New York, ha ricoperto in precedenza il ruolo di preside della Facoltà di Giurisprudenza nel 2022 e di vicepresidente nel 2024. Il suo mandato triennale è iniziato ufficialmente il 31 marzo.



<hr class="wp-block-separator has-text-color has-primary-color has-alpha-channel-opacity has-primary-background-color has-background"/>



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Pubblicata l'edizione coreana del libro del presidente Ikeda per i bambini e le bambine</h5>



L'8 aprile, il Seikyo Shimbun ha riportato la notizia della nuova edizione coreana del libro di Daisaku Ikeda per bambini e bambine Hoshi no Yuenchi (titolo provvisorio: Star Park). L’edizione coreana è stata pubblicata dalla casa editrice Dong-A Ilbo, una delle principali società editoriali della Corea del Sud. Pubblicato originariamente in giapponese nel 1988, questo libro è stato apprezzato nel corso degli anni da generazioni di lettori.



<hr class="wp-block-separator has-text-color has-primary-color has-alpha-channel-opacity has-primary-background-color has-background"/>



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Riunione dei responsabili di centro in Giappone</h5>



Presso il Tokyo Toda Memorial Auditorium di Sugamo, il 12 aprile si è tenuta la settima riunione dei responsabili di centro verso il centenario della Soka Gakkai nel 2030. L'incontro ha celebrato il 3 maggio, Giorno della Soka Gakkai e Giorno delle madri Soka e ha visto la partecipazione di 156 leader provenienti da 19 Paesi e territori del mondo in visita in Giappone per un corso della SGI. Durante l'incontro sono state presentate due calligrafie del maestro Ikeda.



<hr class="wp-block-separator has-text-color has-primary-color has-alpha-channel-opacity has-primary-background-color has-background"/>



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">New York: un evento all’ONU organizzato dalla SGI</h5>



L'11 marzo la SGI ha organizzato un evento parallelo alla sessantanovesima sessione della Commissione sullo stato delle donne (CSW69 ) che si è tenuta a New York. L’evento dal titolo “Attivare un movimento intergenerazionale per la cultura della pace” ha visto la partecipazione dell'ex sottosegretario generale e alto rappresentante delle Nazioni Unite, l'ambasciatore Anwarul K. Chowdhury, che ha contribuito all'adozione della SCR 1325 (la risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 2000 su “Donne, Pace e Sicurezza”) ed è il fondatore del Movimento globale per la cultura della pace. Durante una tavola rotonda ha affermato che la cultura della pace non significa solo assenza di guerra, ma anche sradicamento di tutte le forme di discriminazione e violenza. Miyuki Kawaoka, vice presidente della Conferenza dei giovani del Comitato per la pace delle donne della Soka Gakkai (WPC), ha condiviso le storie dei contributi dei membri del WPC alle loro comunità, evidenziando come le persone comuni possono promuovere la pace attraverso piccole azioni significative nella vita quotidiana.

Roma, 28 aprile 2025 – È stata ufficialmente costituita la&nbsp;Fondazione “Be The Hope”, nuovo ente del Terzo Settore promosso dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, con l’obiettivo di promuovere iniziative nei campi della&nbsp;pace, della cultura e dell’educazione. Il nome “Be The Hope”, che in italiano si traduce con&nbsp;“Sii la speranza”, riflette la visione umanistica e internazionale che animerà l’attività dell’ente. La Fondazione opererà senza fini di lucro, con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Promuoverà i diritti umani, l’educazione, la tutela ambientale e la cittadinanza attiva, realizzando progetti in Italia e all’estero anche in collaborazione con altri enti e istituzioni.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; A partire da quest’anno, la Fondazione curerà direttamente due progetti già noti e attivi:&nbsp;“Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari”, per l’abolizione delle armi nucleari, e&nbsp;“Cambio io, cambia il mondo”, dedicata alla sostenibilità ambientale.&nbsp; Già dalla dichiarazione dei redditi 2025 è possibile sostenerne le attività della Fondazione “Be the Hope” destinando il 5x1000 indicando il codice fiscale 96619160581<a>.</a>



Con la nascita della Fondazione, l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, che ha stipulato l’Intesa con lo Stato italiano nel 2016, rafforza il proprio impegno nella società civile.&nbsp;La nuova realtà lavorerà in continuità rispetto a un percorso iniziato con la storica&nbsp;Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari&nbsp;pronunciata nel 1957 dal secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda e proseguito nel tempo dal maestro buddista Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale, organizzazione non-governativa che opera presso le Nazioni Unite. La&nbsp;Fondazione “Be The Hope”&nbsp;si propone ora come strumento attivo e concreto per contribuire al benessere della società e costruire un futuro basato sulla dignità della vita. Essa ha ottenuto&nbsp;l’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore&nbsp;in data&nbsp;7 aprile 2025.&nbsp;







Avevamo raccontato la nascita della Fondazione Be The Hope in questo articolo: <a href="https://ilnuovorinascimento.org/a/e-nata-la-fondazione-be-the-hope">https://ilnuovorinascimento.org/a/e-nata-la-fondazione-be-the-hope</a>



<div class="wp-block-buttons">
<div class="wp-block-button"><a class="wp-block-button__link has-base-color has-text-color has-link-color wp-element-button" href="http://www.bethehope.it">www.bethehope.it</a></div>
</div>



<ul class="wp-block-social-links aligncenter">



</ul>

<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Ogni giorno determiniamo la vittoria o la sconfitta </h5>



Gioventù significa costruire ogni giorno. Giorno dopo giorno determiniamo la vittoria o la sconfitta. Nel Gosho Ripagare i debiti di gratitudine c’è scritto: 



<blockquote class="wp-block-quote">
«I benefici di cento anni di pratica nella Terra della Perfetta Beatitudine non si possono paragonare ai benefici ottenuti in un solo giorno di pratica in questo mondo impuro» (RSND, 1, 658)
</blockquote>



I giovani che si dedicano al grande ideale di kosen-rufu e si impegnano nella pratica buddista sono più indaffarati e incontrano più difficoltà, ma proprio grazie a tali sforzi provano una soddisfazione ineguagliabile e accumulano incalcolabili benefici. La vostra sfida di oggi è un passo avanti per kosen-rufu. La vostra vittoria di domani è la speranza della famiglia Soka. Con un Gongyo e un Daimoku risonanti sincronizziamoci con il ritmo del grande universo, e con tenacia e vigore andiamo avanti sfidando i problemi di ogni giorno e impegnandoci per realizzare i nostri obiettivi!



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">Byakuren, a voi la danza del fiore della felicità</h5>



In questo momento le giovani del gruppo Byakuren, i fiori di kosen-rufu, si stanno impegnando piene di vitalità in ogni zona del Giappone e del mondo e svolgono la loro nobile missione incoraggiandosi a vicenda. A tutte loro il mio profondo ringraziamento. Quanta gioia avrà provato anche il mio maestro Toda nel dichiarare: «Lo spirito di unità che si basa sul Gohonzon non ha eguali in quanto a forza, solidità e bellezza!». Nel Sutra del Loto è spiegato il principio di “come il fiore di loto nell’acqua” (Sutra del Loto, pag. 292). Le byakuren, come dice il nome, pur vivendo nella società simile all’acqua di uno stagno melmoso, portano ovunque la nobile danza del fiore della felicità. Desidero che avanziate sempre più gioiosamente e luminosamente, piene di orgoglio e fiducia in voi stesse.



<h5 class="wp-block-heading has-primary-color has-text-color has-link-color">La preghiera è la forza suprema per ottenere la vittoria</h5>



Nichiren Daishonin scrive: 



<blockquote class="wp-block-quote">
«Devi raccogliere più che mai il potere della tua fede» (RSND, 1, 888)
</blockquote>



La preghiera è la forza suprema per ottenere la vittoria. Rafforzando la fede nella Legge mistica e recitando Daimoku, se decidiamo di vincere assolutamente emergerà in noi una saggezza illimitata. Il coraggio aumenta man mano che si presentano gli ostacoli. Noi abbiamo una fede invincibile, non esiste avversità che non siamo in grado di superare. Di conseguenza, partiamo dalla preghiera di “diversi corpi, stessa mente”. Voi giovani correte in prima linea ed espandete la rete di solidarietà superando gli ostacoli e aprendo la strada. Vorrei affidare a voi, che amo profondamente, la tradizione di “febbraio mese della non dualità di maestro e discepolo”.

Era il 28 aprile 1253, a mezzogiorno, quando Nichiren dichiarò il suo insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo. Lo fece a Seicho-ji, un tempio nella provincia giapponese di Awa (l'attuale prefettura di Chiba).



Dopo aver approfondito le diverse scuole buddiste dell'epoca alla luce della verità alla quale egli stesso si era risvegliato, Nichiren giunse alla conclusione che l'unico insegnamento in grado di far ottenere la Buddità alle persone comuni nell'Ultimo giorno della Legge era contenuto nel Sutra del Loto. Egli insegnò che recitando Nam-myoho-renge-kyo, tutte le persone, indipendentemente dalla loro posizione sociale o dal loro background, possono immediatamente richiamare e manifestare la loro natura di Budda.



Questa rivelazione ha un’importanza rivoluzionaria, perché ogni persona, senza alcuna distinzione, possiede dentro di sé la Buddità e può manifestare questa condizione di profonda libertà e felicità.



Un po’ di storia…



Il 28 aprile 1253, intorno a mezzogiorno, presso il tempio Seicho confutò pubblicamente il Nembutsu e altri insegnamenti buddisti dei suoi giorni, rivelandone gli errori, e dichiarò che Nam-myoho-renge-kyo era l’unico insegnamento buddista corretto che poteva condurre tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge all’Illuminazione. Questo evento è noto come la&nbsp;dichiarazione della fondazione del suo insegnamento. Aveva trentadue anni a da allora adottò il nome Nichiren (letteralmente Sole Loto).



La sua denuncia delle dottrine Nembutsu suscitò le ire di Tojo Kagenobu, l’amministratore locale – un funzionario del governo di Kamakura incaricato di far rispettare la legge e di raccogliere le tasse – che era un fervido credente Nembutsu. Questi pianificò un attacco armato contro il Daishonin, il quale riuscì a scappare poco prima. Il Daishonin giunse poi a Kamakura, sede del governo militare, dove si stabilì in una piccola dimora presso Nagoe (in una località che in seguito fu chiamata Matsubagayatsu) e iniziò a propagare i suoi insegnamenti. Di pari passo con la confutazione degli insegnamenti Nembutsu e Zen, che avevano acquisito una notevole influenza fra la gente di Kamakura, il Daishonin diffuse l’insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo. Fu in questo primo periodo di propagazione che si convertirono ai suoi insegnamenti alcuni dei suoi discepoli più noti come Toki Jonin, Shijo Kingo (Shijo Yorimoto) e Ikegami Munenaka.



Nonostante le persecuzioni subìte, ciò che permise al Daishonin di continuare a lottare per la diffusione di tale verità era il profondo desiderio che tutte le persone potessero diventare felici e realizzare la pace attraverso la propria trasformazione interiore.



In Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, scritto da Nichiren Daishonin nel 1255, afferma:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Se vuoi liberarti dalle sofferenze di nascita e morte che sopporti dal tempo senza inizio e ottenere sicuramente la suprema illuminazione in questa esistenza, devi cogliere la mistica verità che è originariamente inerente a tutti gli esseri viventi. Questa verità è Myoho-renge-kyo. Di conseguenza recitare Myoho-renge-kyo ti permetterà di cogliere questa mistica verità innata in tutti gli esseri viventi. Il Sutra del Loto è il re dei sutra, autentico e corretto sia nella lettera sia nella teoria. I suoi caratteri sono il vero aspetto di tutti i fenomeni e questo vero aspetto è la Legge mistica (myoho). È chiamata Legge mistica perché rivela la relazione di mutua inclusione tra un singolo istante di vita e tutti i fenomeni. È questa la ragione per cui questo sutra è la saggezza di tutti i Budda» (<a href="https://biblioteca.sgi-italia.org/rsnd/il-conseguimento-della-buddita-in-questa-esistenza">Il conseguimento della Buddità in questa esistenza</a>, RSND, 1, 4).
</blockquote>



 La natura di Budda dell'universo



Per far sì che le persone potessero percepire e concretizzare nella propria vita la «mistica verità innata in tutti gli esseri viventi», Nichiren diede alle Legge mistica il nome di Myoho-renge-kyo. Myoho-renge-kyo è il titolo in cinese del Sutra del Loto, ma il Daishonin fu il primo a identificarlo come l'essenza del sutra stesso, il nome del "vero aspetto di tutti i fenomeni" al quale il Budda si era illuminato. «Myo è il nome dato alla misteriosa natura della vita e ho quello attribuito alle sue manifestazioni. Renge, che significa fiore di loto, simboleggia la meraviglia e il mistero di questa Legge» (Ibidem). Comprendere che la nostra vita, in ogni istante, è myo, continua Nichiren, «è il mistico kyo, o sutra». Il Daishonin istituì la pratica del Daimoku (che significa recitare il titolo o essenza di un sutra) facendo precedere a Myoho-renge-kyo la parola nam (una variante fonetica di namu), che significa "dedicare la propria vita a". Secondo il Daishonin, recitare Nam-myoho-renge-kyo rappresenta la determinazione e il voto di dedicare la propria vita alla Legge fondamentale di Myoho-renge-kyo, cioè di basare la vita su di essa. Il presidente Ikeda afferma:  



<blockquote class="wp-block-quote">
«La sua determinazione nel proclamare questo insegnamento fu di per sé una grande lotta contro le funzioni demoniache. In L’apertura degli occhi descrive questa lotta interiore e alcune delle profonde riflessioni che lo portarono a quella decisione: «Ma di queste due strade [rimanere in silenzio o parlare apertamente], quella da scegliere è sicuramente la seconda»; «Tuttavia, io feci il voto di risvegliare in me il potente cuore dell’Illuminazione e di non retrocedere mai»; «Io sarò il pilastro del Giappone. Io sarò gli occhi del Giappone. Io sarò il grande vascello del Giappone. Questo è il mio voto, e io non lo infrangerò mai!». Pur consapevole che alla luce dei passi del sutra avrebbe subìto grandi persecuzioni, decise fermamente che avrebbe condotto tutte le persone all’Illuminazione» (Gli insegnamenti della vittoria, Esperia, vol. II, pag. 753)
</blockquote>



Per noi, membri della Soka Gakkai, celebrare questo anniversario significa ricordare che nella profondità della vita esiste la forza per trasformare qualsiasi avversità, per vincere in qualsiasi situazione, su qualunque ostacolo. Per manifestare la Buddità nella nostra vita è necessario rompere il guscio che ci avvolge, impegnandoci a diffondere l’insegnamento di Nichiren Daishonin per condurre le persone alla felicità. Come scrive il Daishonin: 



<blockquote class="wp-block-quote">
«Dapprima solo Nichiren recitò Nam-myoho-renge-kyo, ma poi due, tre, cento lo seguirono, recitando e insegnando agli altri. La propagazione si svilupperà così anche in futuro. Non vuol dire ciò “emergere dalla Terra”?» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, RSND, 1, 341).
</blockquote>

In un clima di profonda commozione e raccoglimento, si sono svolti oggi i funerali di Papa Francesco, alla presenza di capi di Stato, leader religiosi e migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo. Tra le autorità religiose presenti anche il Presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Alberto Aprea, che ha voluto rendere omaggio alla memoria del Santo Padre, testimoniando il profondo rispetto e l’impegno condiviso per la pace e il dialogo tra fedi.



<figure class="wp-block-gallery has-nested-images columns-default is-cropped">
<figure class="wp-block-image size-large"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/780f1b2e-a9b3-45ad-8605-36d3d7ee1fb7-768x1024.jpeg" alt="" class="wp-image-54469"/></figure>



<figure class="wp-block-image size-large"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/7dcf5f2c-2444-4c01-9dac-6c0709ee78e2-1024x494.jpeg" alt="" class="wp-image-54470"/></figure>
</figure>



“Papa Francesco è stato un esempio di compassione, umiltà e forte impegno per il disarmo globale, per la pace e per un mondo più equo e giusto” ha affermato nel messaggio di cordoglio inviato alla Santa Sede nei giorni scorsi il presidente dell’Istituto Buddista Italiano Alberto Aprea.



Anche il presidente della Soka Gakkai, Minoru Harada, ha inviato un messaggio di cordoglio per la scomparsa di Sua Santità Papa Francesco. “Sua Santità si è prodigato instancabilmente per la pace e la felicità dell’umanità e per proteggere l’ambiente globale che sostiene tutta la vita – si legge nel messaggio – Il Papa ha incarnato i valori della solidarietà popolare e della pace non solo per la comunità cattolica mondiale, ma per tutte le persone di buona volontà”.



<a href="https://www.sgi-italia.org/listituto-buddista-italiano-soka-gakkai-al-funerale-di-papa-francesco/">https://www.sgi-italia.org/listituto-buddista-italiano-soka-gakkai-al-funerale-di-papa-francesco/</a>

In Un’economia per le persone (edizione Esperia), Daisaku Ikeda e Lawrence Lau tracciano una visione lucida e profonda di un futuro più giusto e sostenibile. In un dialogo che unisce l’esperienza di un economista di fama mondiale e la saggezza del maestro buddista, viene proposto un nuovo modello di società fondato sulla dignità dell’essere umano. Fin dalle prime pagine, emerge una chiara visione: l’economia non può più essere fine a se stessa. Deve tornare a servire le persone.



<blockquote class="wp-block-quote">
«Ci sono molte teorie riguardo all’etimologia della parola giapponese keizai che significa “economia”, ma sembra che derivi dal cinese classico “amministrare la società per il benessere delle persone”. La parola “economia” deriva dal greco oikonomia che significa “amministrazione della famiglia”. Quindi – afferma Ikeda - possiamo dire che l’economia abbia avuto origine dalla questione di come gestire saggiamente i propri affari, che è esattamente la domanda alla quale la nostra società sta cercando di rispondere oggi» (pag. 7)
</blockquote>



Non si tratta solo di teoria: il libro analizza con chiarezza le crisi economiche recenti — da quella asiatica del 1997 al crollo dei mutui del 2008 — mostrando come dietro il fallimento dei mercati si nasconda l’incapacità di mettere il valore della vita al centro delle scelte economiche e sociali. Daisaku Ikeda afferma:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Anche se nessuna disciplina è più cruciale per la vita collettiva attuale dell’economia, molti hanno l’impressione che le occasioni in cui si dimostra veramente utile siano sempre più rare» (pag. 14)
</blockquote>



Il professor Lau denuncia l’illusione di un mercato lasciato completamente a se stesso: «Quando le bolle vengono lasciate interamente al mercato, alla fine di certo scoppieranno […] Farle scoppiare anticipatamente in realtà protegge gli investitori che hanno minori conoscenze» (pag. 14).



<blockquote class="wp-block-quote">
«Per superare la crisi attuale le economie sviluppate devono concentrarsi sul far ripartire l’economia reale (ossia quella parte dell’economia direttamente collegata alla produzione e alla distribuzione di beni e servizi) percorrendo un cammino di crescita sostenibile e non inventando ulteriori giochi di prestigio finanziari. Non dobbiamo perdere di vista che il ruolo del settore finanziario è quello di sostenere gli altri settori dell’economia e che in ultima analisi il settore finanziario si deve basare direttamente sulla performance dell’economia reale» (pag. 15)
</blockquote>



E aggiunge un monito attualissimo: 



<blockquote class="wp-block-quote">
«Un settore finanziario che si basa unicamente sulla performance del settore finanziario stesso è un miraggio, una bolla, che non può alimentare se stessa» (pag. 16).
</blockquote>



A queste sfide si può rispondere solo attraverso un’educazione che sviluppi non solo conoscenze, ma anche coscienza. È l’educazione, infatti, il secondo grande tema del libro: un’educazione umanistica che aiuti ogni persona a esprimere appieno il proprio potenziale. Per fare questo è necessario superare la visione miope ed egocentrica per cui si confonde l’avere di più con l’essere di più. Allo stesso tempo, negli ultimi anni, ci sono segni che gli studenti desiderano nuovamente un’educazione più orientata alla creazione di valore. Perciò nel libro si afferma che uno degli scopi fondamentali dell’educazione è proprio superare questa visione miope ed egocentrica. (cfr. pagg. 24- 25). Un’educazione, quindi, che non sia solo “per avere di più”, ma “per essere di più”.



Nel capitolo “Imparare per crescere” (pag. 101) i due autori affermano:



«Ikeda: La cultura è la luce che permette a tutte le persone di condurre vite felici e vittoriose. Lei ha insegnato ai suoi studenti che il dono più grande che possono ricevere dall’università non è tanto il certificato di laurea quanto la capacità di continuare a imparare per tutta la vita e crede fermamente che l’obiettivo primario dell’educazione sia coltivare il processo di apprendimento piuttosto che la mera acquisizione di nozioni. Sono d’accordo con lei e anche Makiguchi la pensava così:



Lo scopo dell’educazione non è la semplice trasmissione di nozioni, bensì è quello di guidare il processo di apprendimento in modo che gli studenti stessi ne diventino personalmente responsabili. Non si tratta di smerciare brandelli di sapere preconfezionato, ma di offrire le chiavi per accedere autonomamente al palazzo della conoscenza.



Lau: Sono lieto di saperlo e di condividere gli stessi ideali educativi di Makiguchi.



Ikeda: Secondo lei cosa dovrebbe fare l’istruzione universitaria per aiutare gli studenti a sviluppare le proprie capacità di apprendere in maniera autonoma?



Lau: Insegnare agli studenti come si studia per conto proprio non è un compito facile. È qualcosa che si assimila gradualmente attraverso il rapporto con gli insegnanti, che diventano modelli a cui ispirarsi. Il processo di apprendimento si può insegnare e acquisire solo grazie agli scambi attivi fra insegnante e allievo. Le università dovrebbero stimolare gli studenti a svolgere ricerche, volontarie e obbligatorie, sin dalle prime fasi dei loro studi per acquisire le necessarie capacità di studio indipendente. Credo che internet, con la sua immensa gamma di conoscenze disponibili con il semplice tocco di un dito, abbia un potenziale considerevole.



Ikeda: Questa capacità di apprendimento autonomo diventerà la base per condurre una vita migliore. Poco prima di morire, Lu Xun disse che avrebbe cercato di imparare fino all’ultimo istante di vita. Una persona che agisce così diventa veramente umana e forse potremmo dire che uno dei principali scopi della vita è proprio quello di imparare»



Questo libro è anche un invito al dialogo, mai dogmatico, sempre profondo. Non si parla solo di economia o di educazione, ma di come costruire — giorno dopo giorno, relazione dopo relazione — una civiltà più giusta, illuminata da uno spirito autenticamente umanista.



E, soprattutto, è un invito all’azione come afferma il presidente Ikeda all’inizio del loro dialogo:



<blockquote class="wp-block-quote">
«Spero che il nostro dialogo diventi per me un corso di economia e che lei mi possa insegnare come far sì che le persone comuni possano realizzare le proprie aspirazioni e condurre vite migliori e più felici» (pag. 7)
</blockquote>



In un’epoca in cui l’economia sembra un campo dominato da pochi, Un’economia per le persone ci ricorda che il vero potere è nelle mani delle persone comuni, quando diventano protagoniste della propria trasformazione e di quella della società.



<hr class="wp-block-separator has-alpha-channel-opacity"/>



GLI AUTORI



Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale (SGI) e leader del movimento buddista che si richiama all'insegnamento di Nichiren Daishonin, è stato attivista, filosofo, educatore e poeta. Per oltre settant'anni Ikeda si è dedicato a diffondere l'umanesimo buddista in tutto il mondo e a costruire le fondamenta per una cultura di pace. Ha fondato l’Università Soka, che conta sedi in Giappone e negli Stati Uniti, e di molte altre istituzioni che si impegnano nella ricerca di soluzioni alle molte crisi dell’epoca contemporanea. Nel 1983 è stato insignito del premio delle Nazioni Unite per la Pace.



Lawrence J. Lau è stato Professore di Economia all'Università Stanford dal 1976 al 2004, per poi diventare il sesto Vice Cancelliere dell'Università cinese di Hong Kong, ricoprendo quella posizione per sette anni. È autore di numerose pubblicazioni tra cui&nbsp;The Chinese Economy in the Twenty-first Century: An Econometric Approach



<a href="https://esperiashop.it/libri-e-riviste/uneconomia-per-le-persone">https://esperiashop.it/libri-e-riviste/uneconomia-per-le-persone</a>



<figure class="wp-block-image size-full"><a href="https://esperiashop.it/libri-e-riviste/uneconomia-per-le-persone"><img src="https://wp-nr.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/uploads/2025/04/uneconomia-per-le-persone.jpg" alt="" class="wp-image-54458"/></a></figure>

Come ogni anno a giugno celebriamo la giornata internazionale dell’Ikeda Kayo-kai (4 giugno) e la giornata del Gruppo donne italiano (9 giugno). Ogni volta che queste date si avvicinano sentiamo una profonda gratitudine verso il maestro Ikeda che ha dedicato splendidi incoraggiamenti per la crescita delle giovani donne e per la vittoria di ogni donna.



Quest’anno,&nbsp;dal 31 maggio al 9 giugno,&nbsp;realizzeremo insieme, donne e giovani donne, degli incontri freschi e gioiosi volti ad accogliere amiche, parenti e persone nuove, a cui desideriamo far conoscere la gioia della pratica buddista.&nbsp;



In linea con gli obiettivi della rivoluzione degli zadankai, desideriamo che ognuna possa realizzare splendide esperienze di shakubuku verso questi incontri, accompagnando una o più persone a cui ha parlato del Buddismo.  Gli incontri potranno essere realizzati a livello locale, preferendo la dimensione del settore o del capitolo (valutando in base alla disponibilità di spazi adatti all’accoglienza di un certo numero di persone). Ciò che ci unirà tutte, in ogni parte d’Italia, sarà il motto di queste riunioni: 



“Apriamo le porte dell’amicizia, con un cuore grande e un grande sorriso”.&nbsp;



Desideriamo che ognuna possa compiere una bellissima esperienza sulla base di questo motto che si ispira, nella prima parte, alle parole di Sensei tratte dal libro&nbsp;Amore e amicizia:&nbsp;



<blockquote class="wp-block-quote magenta">
«Una vera amicizia è una relazione nella quale si comprende l'altro quando soffre e lo si incoraggia a non perdersi d'animo, e dove l'altro fa lo stesso con voi quando serve, alzando il vostro stato vitale. Un'amicizia con queste qualità scorre come un torrente puro e fresco, in un modo che vi meraviglierà sempre» (pag. 15)
</blockquote>



Da sempre nel Buddismo viene evidenziata l’importanza dell’amicizia - come via per l’Illuminazione e per la realizzazione&nbsp;&nbsp;della pace - e quest’anno, con l’acuirsi di tensioni e crisi internazionali, abbiamo deciso di condividere con tutte le donne e le giovani donne un messaggio di speranza che parte dall’apertura della vita di ognuna di noi verso ogni persona, costruendo legami di amicizia tra noi e nelle nostre comunità, accumulando quelli che nel Buddismo sono i tesori più preziosi, quelli del cuore.&nbsp;



Come sorridenti agenti di pace, ognuna di noi sarà portatrice di un valore unico e insostituibile: la propria lotta personale, la propria rivoluzione umana che ha il potere, come un sasso lanciato nell’acqua, di diffondere intorno a sé il moto del cambiamento umano capace di cambiare la storia del proprio ambiente più prossimo e dell’intera umanità. Impegniamoci ad approfondire ancora di più la recitazione del Daimoku, lo studio e i dialoghi, e divertiamoci insieme. 



Come scrive il maestro Ikeda:



<blockquote class="wp-block-quote magenta">
«Il cuore immenso del Daishonin e lo stato vitale dei Bodhisattva della Terra pulsano nelle azioni di coloro che riconoscono la missione di realizzare&nbsp;kosen-rufu, aiutando gli altri a raggiungere la felicità, man mano che diffondono la filosofia di Nichiren» (NRU, 24, 118)
</blockquote>

Sono nato in una famiglia benestante ma, come mi fu chiaro fin da piccolo, del tutto incapace di accumulare risorse. Al contrario, ho spesso assistito al loro esaurirsi in modo ciclico. Pur non potendomi lamentare di quanto ricevuto dai miei genitori, non posso dire che qualcuno di noi abbia mai raggiunto una reale stabilità economica. Ho conosciuto il Buddismo grazie a mia madre, ma ho deciso di ricevere il Gohonzon nel 2012, in un momento di grande sofferenza. Stavo affrontando la fine di una relazione importante e quella crisi mi ha portato a fare il primo passo nella fede. Oggi quella relazione si è ricostruita e con la mia compagna abbiamo due figlie meravigliose. Professionalmente mi occupo di marketing e ho sempre lavorato con passione, ma nonostante il mio impegno e la mia competenza i riconoscimenti economici non sono mai stati all’altezza degli sforzi profusi. Per anni ho accettato condizioni al limite, senza mai dare a me stesso il valore che meritavo. Dopo più di dieci anni da dipendente in grandi agenzie di comunicazione, ho fondato con tre soci un’agenzia che si occupa di branding (curare l’immagine delle aziende). Abbiamo creato un ambiente di grande valore umano e professionale eppure, nonostante il duro lavoro, la mia situazione economica non migliorava. All’inizio del 2023, dopo aver chiuso un altro anno con il conto in banca vicino allo zero, ho deciso di avviare anche un’attività di consulenza. È stato un passaggio fondamentale: per farlo ho dovuto riconoscere il mio valore. Non è stato facile. A fine anno ero esausto, confuso e pieno di dubbi, perché i risultati economici non erano proporzionati all’impegno e al valore creato tramite la nostra attività. Facevo poco Daimoku, portavo avanti la mia responsabilità di gruppo con fatica e cercavo disperatamente una soluzione razionale al mio problema. Guardavo altrove: immaginavo di trasferirmi, cambiare lavoro, lanciare un nuovo progetto. Ma tutto sembrava un ripiego. Sapevo di dover trasformare il mio stato vitale, ma ero troppo stanco per capire come farlo. Poi, dopo la morte di Sensei, ho sentito che non potevo più permettermi di stagnare in quella condizione. Ho deciso di rilanciare sinceramente nella pratica buddista, non solo per me, ma come segno di gratitudine verso il nostro maestro. Ho smesso di cercare solo soluzioni razionali e mi sono affidato completamente alla Legge mistica.



A dicembre 2023 mi sono dato due obiettivi: parlare del Buddismo a due persone ogni giorno e guadagnare dieci volte il mio stipendio, ma avendo più tempo libero a disposizione. Ho iniziato a recitare Daimoku con determinazione, a svegliarmi mezz’ora prima ogni giorno per supportare le persone che stavano iniziando a recitare Nam-myoho-renge-kyo. Le occasioni per parlare di Buddismo sono apparse una dietro l’altra. A gennaio 2024 mi è stato chiesto di assumere la responsabilità di capitolo uomini, sapevo che sarebbe stata una grande sfida, ma ho accettato senza esitazioni. Nel frattempo, ho deciso di sfidarmi nell’offerta per kosen-rufu e di impegnarmi per portare armonia e unità nel Gruppo uomini. Ho iniziato così a sentire una grande forza interiore, come se avessi superato un ostacolo invisibile. Proprio nel mezzo di quella trasformazione, mio padre ha avuto un ictus e fortunatamente, grazie al pronto intervento della sua compagna, i danni sono stati contenuti. Ma quello è stato solo l’inizio di una serie di eventi che hanno portato a galla questioni irrisolte. Durante una vacanza con la mia famiglia, mio padre ha deciso di parlarci apertamente della sua situazione economica. È stato un colpo durissimo: ho scoperto che la nostra famiglia si trovava nuovamente in una situazione economica complessa a causa di scelte fatte in passato. Era come rivivere un trauma familiare, un karma che si ripresentava ancora una volta. L’ultimo giorno di vacanza, ho anche avuto una discussione molto accesa con la moglie di mio padre che mi ha attaccato verbalmente davanti alla mia famiglia. In quel momento ho sentito chiaramente che tutto ciò faceva parte della mia rivoluzione umana e che dovevo ripartire da me. Appena di ritorno a casa mi sono tuffato nell’attività. Insieme ai responsabili di hombu e di capitolo della zona, abbiamo deciso di organizzare un meeting uomini al Centro culturale, con l’obiettivo di riportare gioia nelle attività del Gruppo uomini.



Abbiamo fissato una recitazione tutti insieme il lunedì e abbiamo ci siamo impegnati singolarmente a recitare Daimoku ogni giorno per sostenere questa attività. Ci siamo sfidati tantissimo, con grande entusiasmo. Le case hanno iniziato a riempirsi di compagni di fede. Si è creata una nuova energia e unione tra di noi. Personalmente, ho preso questo impegno con la stessa serietà con cui affronto il mio lavoro: ho preparato i contenuti del meeting, realizzato gli inviti e coinvolto il maggior numero possibile di persone. Il 23 novembre 2024, il giorno della riunione, l’atmosfera era gioiosa e carica di entusiasmo. Più di trenta uomini hanno partecipato con spirito rinnovato. Abbiamo sentito chiaramente che stavamo dando avvio a una nuova partenza. Pensavo che l’anno fosse già finito nel migliore dei modi, ma il 25 novembre, tornato in ufficio, è successo l’inimmaginabile. Nel giro di una settimana, tutto si è mosso: clienti che mi cercavano con urgenza, aziende disposte a pagare cifre elevate pur di anticipare i progetti, offerte di consulenza inaspettate. Il mio telefono non smetteva di squillare. Esattamente un anno dopo aver stabilito il mio obiettivo impossibile, ho realizzato qualcosa di ancora più grande: a dicembre il mio stipendio si era moltiplicato non per dieci, ma per quindici volte! E mi sono assicurato un buon surplus anche per i mesi successivi. A conti fatti, inoltre, mi sentivo molto meno provato rispetto all’anno precedente e avevo avuto molto più tempo per fare attività. Oltre al beneficio economico, ho sperimentato che la vera felicità non si costruisce pensando solo a se stessi, ma impegnandosi per la felicità degli altri. Dopo mesi di lontananza da mio padre, mi resi conto che l’esperienza lavorativa non era in alcun modo slegata dalla trasformazione del legame con mio padre, caratterizzato da sempre da forti incomprensioni e sofferenze. Continuando così a recitare Daimoku per avere con lui un confronto coraggioso e con uno stato vitale elevato, qualche settimana fa l’occasione è arrivata. Abbiamo avuto un dialogo profondo e sincero, come non era mai successo prima. Per la prima volta ho sentito in me il desiderio autentico di costruire con lui un rapporto nuovo, fondato sul rispetto e sulla gratitudine. Sento di aver posto le basi per un legame libero dal peso del passato, basato sull’amore e sulla mia rivoluzione umana. Anche sua moglie mi ha avvolto in un forte abbraccio chiedendomi scusa per il modo in cui mi aveva trattato mesi prima. Oggi la mia fede è incrollabile. Recito Daimoku con gioia e sento un’energia nuova nell’incoraggiare le persone. Sensei ci ha lasciato, ma il suo spirito vive in noi. E io sono determinato più che mai a renderlo orgoglioso, continuando ad avanzare nel solco che ha tracciato verso kosen-rufu mondiale!